Barack Obama ferma lo sciopero al Corriere della Sera che avrebbe lasciato campo libero alla concorrenza di Repubblica proprio nel giorno del lancio del restyling. E’ stato in nome di un’intervista al presidente americano in visita a Roma che il direttore del quotidiano di via Solferino, Ferruccio de Bortoli, ha chiesto e ottenuto dalle rappresentanze sindacali il congelamento del primo giorno, giovedì 27, di un pacchetto di sette giornate di sciopero che l’assemblea dei giornalisti del Corsera aveva approvato dopo l’esplosione del caso bonus

E’ quanto emerso nel corso di un’assemblea allargata e pubblica delle redazioni del travagliato gruppo Rcs che si è tenuta mercoledì 26 in via Solferino, dopo due giorni di proteste via comunicati sindacali. Ad accendere la miccia la notizia – che finora l’azienda non ha confermato, ma neppure smentito – di un premio in arrivo per l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e una ventina di manager del gruppo che sta tagliando costi e personale a tutto spiano per rimediare alle falle contabili create dalla precedente gestione. Nella quale, va detto, anche gli azionisti e alcuni degli attuali consiglieri come Piergaetano Marchetti, hanno avuto parte attiva.

Tuttavia sul bonus in questione qualcosa non torna. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche pubblicate nei giorni scorsi, infatti, il premio non sarebbe più sul tavolo del cda che l’aveva già approvato tra gennaio e febbraio. In base invece alle versioni accreditate dai giornalisti di CorriereGazzetta e di quel che resta della divisione Periodici di Rcs, il premio avrebbe dovuto essere approvato nel corso del cda di Rcs del 24 marzo che però è stato rinviato all’ultimo minuto a venerdì 28 marzo “a causa di improvvisi impegni sopravvenuti di taluni consiglieri”. Impedimenti venuti a galla proprio in contemporanea al sollevamento del polverone sindacale, che ha così contribuito al secondo rinvio di una riunione nelle attese cruciale per il ridisegno degli equilibri di governo societario dell’editrice. Tanto che non manca chi si attende altre uscite “eccellenti” dopo quella di Carlo Pesenti.

Ma, come spesso accade anche in politica, e il caso di Mauro Moretti lo insegna molto bene, il tema del ricambio e del riequilibrio del peso di consiglieri e azionisti alla guida dell’editrice, è stato superato da quello, per altro strettamente collegato, della distribuzione di bonus e premi ai vertici di un’azienda in crisi che sta utilizzando ammortizzatori sociali (leggi denaro pubblico) per tagliare persone e costi. A questi si è infine aggiunto il tema ormai ricorrente dell’uscita del direttore che, superato il caso della vendita del palazzo di via Solferino, è tornato a mettere le sue dimissioni sul piatto scongiurando appunto il primo giorno di sciopero.  Il programma sindacale prevede però una ripresa delle ostilità fin da giovedì. A meno che l’azienda nel corso dell’incontro in calendario per il 27 mattina, non riesca a sdipanare la matassa e a chiarire la situazione. Oltre a dar modo al consiglio di amministrazione di riunirsi. 

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