Riformare l’amministrazione pubblica, quindi anche il pubblico impiego, senza coinvolgere i sindacati a cui ha chiesto “proposte oltre il piano Cottarelli“. O meglio, coinvolgendoli solo se “ci sarà tempo” anche se si augura “che siano i primi a collaborare con noi”. E’ questa la strategia del governo descritta dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia, intervenuta nel corso del convegno  I manager pubblici che vogliamo. “Non è detto che ci saranno dei tavoli, perché abbiamo tempi molto stretti“. Insomma, il confronto con le categorie del pubblico impiego sulla riforma dello Stato può darsi che ci sia, “ma non per forza“. Quel che è certo è che “tutto dovrà avvenire nel modo più rapido ed efficiente possibile”.

A proposito degli 85mila esuberi previsti dal piano Cottarelli spiega che “l’idea sono i prepensionamenti, con lo scopo di aiutare l’ingresso dei giovani” e pensa a “una sana mobilità obbligatoria, laddove il rispetto è quello del diritto del lavoratore, laddove non ci siano degli ostacoli burocratici“. Una formula per attuare il ricambio generazionale nella p.a. anche se, precisa Madia, il termine esuberi “è una terminologia assolutamente sbagliata e distorta anche rispetto allo stesso piano di Cottarelli, che invece ha fatto un lavoro importante e strategico per l’Italia, e lo voglio ringraziare. L’idea – ha proseguito – sarà quella di provare ad avere delle uscite anche con dei prepensionamenti – ha continuato – ma, tutto questo, per reimmettere energie nella P.a. quindi aiutare i giovani a entrarvi”.

Dallo stesso partito del premier Renzi (che ha liquidato l’opposizione dei sindacati dicendo “ce ne faremo una ragione”) e del ministro Madia si leva la voce di Gianni Cuperlo: “Faccio fatica a comprendere la polemica con le parti sociali: è un errore ritenere che ogni filtro tra potere e popolo sia un ostacolo da abbattere. Obama qualche anno fa disse che l’America senza i sindacati sarebbe stata una nazione più povera. Non era un omaggio alla concertazione ma un’idea della democrazia“. 

Il ministro ha poi precisato che si sta andando avanti “con una proposta che arriverà in un progetto complessivo sulla pubblica amministrazione in cui si parlerà anche di accesso, formazione e incarichi a termine“. Inoltre, Madia ha detto che “vista anche la situazione del Paese ci potrà essere un contributo di solidarietà che non dovrà riguardare solo i dirigenti ma dovrà partire dalla politica, anche se non c’è una impostazione sanzionatoria”. Quanto alla retribuzione dell’ad di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, di cui si è parlato nei giorni scorsi, il ministro ha risposto: “Trovo sia sbagliato, per l’importanza del tema, metterci a discutere della singola persona. Questa polemica non ci fa intraprendere la strada migliore par affrontare il problema”. A proposito delle limitazioni agli stipendi degli alti dirigenti della pubblica amministrazione, ha precisato che “ci sarà sicuramente una proposta del governo” e ha detto che il tetto per gli stipendi dei manager “è tarato adesso su quello del primo presidente della Corte di Cassazione. Io – ha concluso – ho già fatto una circolare dove, tra l’altro, esplicito che in questo tetto, facendo riferimento ad una norma del governo Letta, debbano essere accumulati anche tutti i trattamenti pensionistici compresi i vitalizi. Quindi penso che nel pubblico ci debbano essere delle regole per non eccedere”. 

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