Legge elettorale, quote rosa e satira. Laura Boldrini parla da Lucia Annunziata a In mezz’ora e dopo aver assicurato che entro lunedì 10 marzo si esauriranno i lavori sull’Italicum alla Camera, torna a difendere le quote rosa e l’affermazione del principio della parità di genere. Uno spazio viene poi dedicato a Maria Elena Boschi, il ministro per le Riforme e i rapporti con il Parlamento protagonista di un piccolo “giallo” riguardo all’imitazione che Virginia Raffaele le ha dedicato, nel corso di Ballarò, la sera del 4 marzo. Un’imitazione in cui la Boschi viene dipinta come un’ammaliatrice che ricorre al suo charme ogni volta che deve parlare “concretamente” del modo in cui il governo Renzi intende cambiare il Paese. Se la diretta interessata si sia offesa realmente non è dato sapere visto che, da una parte, il deputato Pd Michele Anzaldi, che ha scritto una lettera alla presidente Rai Anna Maria Tarantola per lamentarsi dell’imitazione, dice di averlo fatto di sua spontanea iniziativa, mentre la Boschi stessa ha dichiarato di essersi divertita molto guardando la Raffaele sfidando chiunque a dimostrare una sua presa di posizione contro Raitre. 

“Mi è dispiaciuto vedere la satira della Boschi. Non ho visto quella sulla Pascale, ma se aveva gli stessi accenti sessisti mi sarebbe dispiaciuto – ha commentato su Rai3 Laura Boldrini – Ci sono tanti modi per fare satira, ma quando si cede al sessismo diventa altro e lo apprezza di meno”. La presidente della Camera ha anche replicato alla domanda se in passato si fosse fatto un torto alle donne di centrodestra non sollevando la questione dell’opportunità di fare satira su di loro: “Ho conosciuto donne di Forza Italia che si impegnano, sono brave e lavorano sodo, non vedo perché non debbano essere rispettate – ha detto la Boldrini – C’è una dimensione maschilista e trasversale, fare satira su aspetti estetici è sgradevolissimo sia da destra che da sinistra e il rispetto per le donne non ha bandiera”.

Soffermandosi sull’ipotesi che la questione della parità di genere nell’Italicum sia oggetto di scambio tra i partiti, la presidente della Camera ha spiegato che “c’è già abbastanza battaglia sul tema stesso, non credo si agganci ad altri aspetti o sia oggetto di scambio”. Proprio per questo “ritengo che sia necessario trovare una mediazione sul punto, non ancorerei il tema ad una logica di scambio”: l’Italia, sul punto, “potrebbe essere apripista per la prima volta”.

La Boldrini ha poi parlato del suo rapporto con il Movimento 5 Stelle a cui, nel giorno della feste della donna, si è riferito pur indirettamente anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. “Io non cito nessuno. Ma il populismo è una minaccia che tocca la politica in generale, e quando in suo nome si mette in discussione lo stato di diritto, lo Stato ha il dovere di respingere queste minacce – ha detto – La vita dell’aula è molto animata. Mi piace il confronto sostenuto basato sulle idee. Ma bisogna prendere le distanze dalla volontà di sopraffazione, dalla aggressività come si vede invece in aula accadere purtroppo. Questo distoglie energie da molte altre cose su cui ci sarebbe bisogno di lavorare”. E ha concluso sottolineando che “ci sono deputati entrati in Parlamento con una agenda di rinnovamento come me. Ma le nostre strade si sono divise. Quando c’era da cambiare dal di dentro si è visto che non era chiaramente quello l’obiettivo di qualcuno. Se il cambiamento deve passare per l’anno zero io non ci sto”.

La presidente della Camera ha poi insistito sulla necessità di garantire le quote rosa, perché “oggi abbiamo buoni motivi affinché ci sia una adeguata rappresentanza che ci restituisca il peso della democrazia come soggetto attivo. Il 67% degli italiani è favorevole e voterebbe i partiti con ai vertici le donne. Questo fa paura. C’è grossa resistenza di chi ha sempre avuto le leve del potere. La parità di genere è importante per rinnovare il Paese”.

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