Finalmente anche Terni ha la sua Casa delle donne. L’8 marzo l’associazione culturale ‘Terni Donne’ ha inaugurato uno spazio nella città umbra, in via Aminale 22, in cui scambiare esperienze, trovare un sostegno e condividere momenti culturali. “La Casa delle donne sarà di supporto al centro antiviolenza già esistente a Terni – racconta la presidente di Terni Donne, Silvia Scipioni, 30 anni – Le donne che usciranno dal Centro potranno ricostruirsi una rete di amicizie, riprendere contatto con il territorio, trovare il sostegno di altre donne, sia morale che pratico. La nascita di questa Casa è importante per raggiungere la consapevolezza di essere vittime di violenza fisica, ma spesso anche psicologica”.

Il percorso di ‘Terni Donne’ è iniziato nel 2009, quando un piccolissimo gruppo di amiche ha aderito al progetto “Donna sempre”, promosso del Comune di Terni. In quel momento hanno avvertito la necessità reciproca di riunirsi per dare una risposta ai bisogni delle donne che vivevano nel territorio. Così è nata la loro rete spontanea. “Vista la grande partecipazione e l’attenzione al progetto, si è cominciato a pensare alla ‘Casa delle donne’ – continua la Scipioni – In questi anni il Comune è stato ben disposto nei nostri confronti, ma aveva sempre rimandato l’assegnazione di uno spazio. Nel frattempo la nostra rete è cresciuta, siamo arrivati ad avere una mailing list di oltre 230 donne e abbiamo creato una struttura organizzativa interna. Poi, per ottenere un riconoscimento giuridico, da rete spontanea ‘Terni Donne’ è diventata un’associazione culturale che oggi ha oltre 100 iscritte. L’assessorato alla Cultura e alle Pari opportunità ha capito l’importanza di questa realtà, che ormai è riconosciuta anche fuori dal nostro territorio. Mesi fa, infatti, siamo stati invitati dalla presidente della Camera Laura Boldrini a un convegno in Senato. Senza volerlo, siamo diventate forti”.

Oggi l’associazione è una realtà che unisce diverse generazioni. E l’obiettivo è quello di coinvolgere altre donne presenti sul territorio, ma anche tanti uomini che hanno intenzione di condividere un nuovo spazio di dialogo e di incontro. “La nostra associazione è dotata di una certa trasversalità generazionale e di profili – continua Silvia – Nel consiglio direttivo ci sono donne dai 30 ai 60 anni. Mancano le ventenni, le giovanissime. E questa è una cosa che ci deve far pensare. Tra le iscritte abbiamo persone che stanno attraversando momenti di difficoltà nel contesto famigliare dovuti a violenza, maltrattamenti e separazioni difficili. Sono tante le donne che chiedono informazioni. Di solito sempre per amiche, perché magari hanno timore di ammettere apertamente l’esistenza di un problema. Devono capire che siamo sulla stessa barca e nessuno le vuole giudicare”.

Con l’inaugurazione della ‘Casa’ le donne avranno anche un posto in cui incontrarsi e in cui svolgere attività culturali. In questi anni, anche senza una sede, non sono rimaste certo con le mani in mano: appoggiandosi ad altre associazioni hanno organizzato tavole rotonde, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, cineforum. Ma adesso sarà tutto più semplice. “Non abbiamo particolari risorse a disposizione – continua la Scipioni – solo le nostre capacità e le nostre competenze da investire in questo progetto. Ognuna di noi mette la propria professionalità al servizio di altre donne. C’è una mediatrice familiare, per esempio, che ha dato la propria disponibilità a svolgere questa attività gratuitamente, due ore a settimana. Abbiamo un’attrice che dedicherà anche lei due ore a settimana del suo tempo libero a organizzare attività teatrali”.

Per sistemare la struttura hanno anche indetto un bando per le architetti, ingegneri e interior designer della provincia di Terni che, con un budget ridottissimo, dovranno dare una veste più funzionale alla ‘Casa delle donne’. Ma l’obiettivo dell’associazione è anche quello di continuare a vigilare sul territorio, perché sia fatta sempre giustizia e nessuna donna si senta abbandonata. “A Terni tempo fa c’è stato un femminicidio che nessuno si è filato: si trattava di una prostituta che è stata uccisa e legata mani e piedi con un filo da pesca. La nostra rete ha chiesto giustizia per questa donna. Purtroppo il fatto che fosse una prostituta sembrava non renderla degna nemmeno di un funerale. Insieme ad altre associazioni abbiamo chiesto che venisse tumulata a Terni e che il Comune si facesse carico delle spese per darle una sepoltura dignitosa. Siamo qui anche per questo”.

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