“La National Security Agency americana ha fatto pressioni sui paesi membri dell’Unione europea per modificare le loro leggi così da rendere possibile lo spionaggio di massa”. Parola della ‘talpa’ Edward Snowden, che ha rivelato questo e altri particolari in un dossier al Parlamento europeo di Bruxelles. Le rivelazioni del candidato premio Nobel per la pace, tuttavia, non finiscono qui e contribuiscono a mettere insieme gli ultimi tasselli mancanti dello scandalo Datagate e il modus operandi degli Stati Uniti d’America in tema di spionaggio digitale. Stando a quanto scrive Snowden nel rapporto all’Europarlamento, infatti, la Nsa “non solo permette e guida, ma condivide alcuni sistemi di sorveglianza di massa” con i paesi Ue, con gli Usa che avrebbero fatto pressioni sugli stati membri dell’Unione europea non concedergli l’asilo dopo l’esplosione mediatica della vicenda che lo vede coinvolto. Sempre in tema di pressioni, la ‘talpa’ del Datagate ha inoltre rivelato che alcuni parlamentari gli hanno detto che gli Stati Uniti “non permetteranno” ai partner europei di offrigli asilo.

Snowden, però, ha scritto anche altro, facendo intendere che la vicenda Nsa potrebbe regalare nuovi, clamorosi sviluppi. “Ci sono molti altri programmi di spionaggio non ancora rivelati che avrebbero un impatto sui diritti dei cittadini europei” ha aggiunto l’informatico statunitense, aggiungendo anche i nomi di altri enti o associazioni del Vecchio continente spiate dal grande fratello made in Usa. “Tutte le operazioni sospettate contro Belgacom, Swift, le istituzioni Ue, l’Onu, l’Unicef e altri basate su documenti che ho fornito sono realmente accadute e mi aspetto che operazioni simili saranno rivelate in futuro” ha detto Edward Snowden nel rapporto all’Europarlamento, assicurando di poter “confermare che tutti i documenti riportati finora sono autentici e non modificati”.

Da questo dato di fatto l’accusa più infamante nei confronti dei ‘suoi’ Stati Uniti. Per la talpa, infatti, la privacy dei cittadini europei è fortemente minacciata dai programmi di spionaggio della National Security Agency americana che, con le sue pressioni nei confronti dei paesi membri, ha trasformato “l’Europa in un bazar”. A sentire Snowden, quindi, il risultato degli accordi che l’Nsa ha preso, più o meno segretamente, con gli stati europei per permettere lo spionaggio di massa, è “un bazar europeo in cui ad esempio la Danimarca potrebbe concedere all’Agenzia americana l’accesso ad un centro raccolta dati ottenendo in cambio che i suoi cittadini non siano spiati. E lo stesso potrebbe fare la Germania“. Il punto però, sostiene Snowden, è che essendo i centri per la raccolta dei dati di Danimarca e Germania collegati, alla fine l’Nsa può ottenere tutte le informazioni che vuole.

Non solo. “Una delle principali attività della Divisione affari esteri (Fad) della Nsa è fare pressione o incentivare gli stati membri dell’Ue per cambiare le loro leggi per permettere la sorveglianza di massa”, spiega Snowden nelle risposte fornite agli europarlamentari. In particolare, “avvocati della Nsa, così come quelli della corrispettiva britannica, la GCHQ, lavorano molto duramente per cercare ‘buchì nella legislazione e nelle garanzie costituzionali che loro possono usare per giustificare operazioni di sorveglianza indiscriminata e massiccia”. E “questi sforzi di interpretazione di leggi vaghe vaghe è una strategia intenzionale per evitare l’opposizione pubblica e l’insistenza dei legislatori per il rispetto dei limiti legali”, che la GCHQ descrive nei suoi documenti interni, ricorda Snowden, come “dannoso dibattito pubblico“.

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