Senza borsa di studio e senza soldi per rinnovare il permesso di soggiorno. Sono 24 studenti extracomunitari iscritti all’Università di Parma, che rischiano di perdere il diritto di rimanere in Italia a causa dei tagli del Governo sulle università. L’erogazione di borse di studio è stata ridotta e in Emilia Romagna le risorse messe a disposizione per gli studenti sono passate da 20 a 16 milioni, lasciando scoperto il 5 per cento dei meritevoli di una borsa di studio. Una quota esigua, rispetto ai tagli imposti dall’ultima legge di stabilità sugli atenei di altre regioni, ma che comunque si fa sentire. È così a Parma per i 24 universitari che arrivano da Camerun, Senegal e Ghana, che prossimamente vedranno scadere il loro permesso di soggiorno e che a causa dei tagli si trovano nelle condizioni di non avere somme a disposizione per rinnovarlo. A loro si aggiungono una trentina di altri studenti italiani meritevoli, che però non hanno avuto accesso alla borsa di studio.

Per far fronte ai tagli dell’ultimo anno, l’Università e l’azienda regionale per il diritto allo studio Ergo hanno cercato di tamponare il problema istituendo a Parma 102 borse di studio “smart” con un investimento di 102mila euro, di cui il 50 per cento sarà coperto dal Consiglio degli studenti, che lo toglierà dal fondo destinato alle attività culturali e sociali degli studenti. Lo sforzo però non basta a garantire il sostegno a tutte le 134 matricole dell’università che risultano idonee a ricevere una borsa di studio: 32 giovani, tra cui i 24 extracomunitari, si sono visti assegnare soltanto l’alloggio, con un contributo di 500 euro per la ristorazione. Per i 24 studenti stranieri però, i soldi non bastano, perché tra le spese, oltre alle tasse universitarie e a un anticipo di 700 euro per l’ingresso negli studentati, c’è anche l’esborso di oltre 300 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno. Così è partita la ricerca di denaro: con piccoli lavoretti ritagliati tra lezioni e ore di studio, o anche con la richiesta di prestiti agli studenti più fortunati che sono riusciti ad accedere alle borse di studio. “Questi ragazzi rischiano di indebitarsi o di diventare clandestini” denuncia l’Unione degli universitari Udu, che ha già in programma di attivarsi per risolvere una volta per tutte una situazione che rischia di degenerare. Presto partirà un appello rivolto alle istituzioni, come Comune e Provincia, ma anche alle aziende private, con l’obiettivo di raccogliere fondi per garantire il percorso studi dei 24 ragazzi. Tra le proposte c’è anche quella di chiedere all’Ergo di restituire la tassa regionale di 140 euro versata dagli universitari e di imporre all’Ateneo di Parma l’accelerazione dei tempi per il rimborso della tassa di iscrizione degli studenti che hanno maturato i crediti sufficienti. Misure straordinarie che potrebbero garantire a tutti il diritto allo studio, come previsto dalla Costituzione.

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