Il titolo di Capitale europea della cultura 2019 è la sfida su cui, da sette anni, Ravenna si sta giocando il tutto per tutto. Che tradotto significa quasi un milione di euro già speso per poter sbaragliare la concorrenza delle altre 5 città italiane arrivate in finale, tra le quali c’è anche Cagliari. Ed è per questo che domenica 2 marzo, un’intervista del Corriere della sera al nuovo sottosegretario alla Cultura, Francesca Barracciu, ha fatto infuriare il sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci. L’ europarlamentare neonominata da Renzi, originaria di Sorgono in provincia di Nuoro, ha infatti dichiarato che il suo primo obiettivo concreto sarà trasformare il capoluogo sardo “nella capitale della cultura, per il bene della Sardegna e di tutto il Paese”. Parte male la carriera del sottosegretario che a Matteo Renzi sta creando un problema dietro l’altro. Prima l’esclusione dalla corsa come Presidente della Sardegna perché indagata per peculato nell’inchiesta sulle spese dei gruppi, poi l’arrivo a Roma e le prime gaffes. “Non so ancora se ho la delega al turismo o alla cultura o entrambe. Sono arrivata di corsa e devo ancora verificare..”, ha scritto su Twitter il giorno dopo la nomina a chi lo chiedeva, scatenando così le polemiche degli utenti. Ora è il turno della pubblicità per Cagliari come capitale della cultura: affermazioni mal digerite dal sindaco romagnolo, che sulla partita europea ha puntato fin dal primo mandato. E che ha interpretato le parole della Barracciu come un ingiusto favoritismo del Governo a favore di una singola candidata. 

“Leggo con grande sorpresa la dichiarazione pubblicata sabato dal Corriere della sera attribuita al neo sottosegretario Francesca Barracciu”, scrive Matteucci in una nota. “Dice che il suo primo obiettivo è Cagliari capitale europea della cultura. No, così non va bene”. Ricorda, poi, al sottosegretario che a ricevere la nomination non è stata solo Cagliari. “Le città candidate sono sei: Ravenna, Perugia, Siena, Lecce, Matera, Cagliari. Il governo deve essere imparziale. Punto”. Matteucci non nasconde la sua rabbia. Secondo il sindaco un ruolo come quello ricoperto da Barracciu dovrebbe essere estraneo a qualunque forma di campanilismo. E per questo chiede al sottosegretario un dietrofront. O, al massimo, un chiarimento sul suo pensiero. “Diversamente chiedo l’intervento del ministro Franceschini e del presidente del Consiglio Renzi: tutte e sei le città candidate devono avere pari opportunità nella gara per diventare capitale europea. Una dichiarazione sbagliata può sfuggire a chiunque: ma in questo caso va immediatamente corretta perché il tema è troppo importante e la materia troppo delicata”.

Sulla questione è intervenuto anche l’assessore regionale alla Cultura dell’Emilia Romagna, Massimo Mezzetti, schierandosi a fianco di Matteucci. “Il Governo non deve parteggiare per nessuna delle città italiane in lizza. Mi associo alla richiesta del sindaco di Ravenna, Fabrizio Matteucci, rivolta al premier Renzi e al ministro Franceschini, volta a ottenere la garanzia di massima imparzialità da parte del Governo nel tutelare pari opportunità, nella gara per diventare Capitale europea, a tutte e sei le città in lizza”. La gara è entrata nel vivo nello scorso novembre, quando il Ministero per i beni culturali ha inserito Ravenna tra le città finaliste, e anche se per la nomina si dovrà aspettare ancora parecchi mesi (è prevista tra il 2014 e il 2015) il clima, visto il malcelato nervosismo del sindaco, è già caldo. L’amministrazione romagnola ha dichiarato di aver già speso, in tre anni, circa 900 mila euro. Mentre in ballo c’è un milione e mezzo di fondi europei. E non solo. Perché il prestigio della nomina è da sempre anche trampolino per investimenti privati e motivo d’interesse per turisti (la speranza di Ravenna è di incrementare i flussi turistici di oltre il 40%). Proprio in queste settimane nel Comune di Ravenna sono al lavoro sul dossier, da far arrivare alla commissione esaminatrice entro il 21 luglio. Sarà l’ultimo passo, quello decisivo. E approdo di un percorso che per Matteucci era iniziato nel 2006, in campagna elettorale. Nel programma infatti già si parlava della competizione europea e di come la sua giunta avrebbe lavorato per l’obiettivo, puntando su cultura e riqualificazione urbana.

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