Ho letto con vivo interesse la replica di Matteo Renzi all’appello di Roberto Saviano e i suoi “cinque punti” per sconfiggere “Mafia Spa” (mi ha fatto piacere che abbia voluto rivolgere un pensiero a chi, da sempre, si occupa di contrasto al crimine organizzato: non solo forze dell’ordine e magistratura, ma anche associazioni, cittadini comuni, testimoni di giustizia, familiari di vittime innocenti).

L’impegno che Matteo Renzi si è assunto è senz’altro lodevole ma adesso è importante passare rapidamente dalle parole ai fatti: subito legge sull’autoriciclaggio (puntualizzo, però, che di queste “pratiche” si occupano sistemi criminali ben più “organizzati” di un pusher) e sul falso in bilancio. Subito misure concrete contro la corruzione. Subito legge sull’Agenzia nazionale per i beni confiscati alle mafie. Basta con la lottizzazione politica di organismi e istituzioni deputati al contrasto del crimine organizzato. Basta con scudi fiscali e condoni filomafiosi.

Di questi temi mi sono occupata personalmente al Parlamento Europeo, fin dal primo giorno del mio mandato elettorale. Sono stata scelta quale relatrice del rapporto sulle mafie in Ue e, attraverso un lavoro paziente e perlopiù solitario, ho portato la Commissione Europea ad ammettere che esiste un’emergenza mafie in Europa.

Così, dall’approvazione di quel rapporto, è nata la Commissione Antimafia Europea, che ho presieduto per tutto il mandato e che ha saputo portare al centro del dibattito politico europeo tre minacce serissime per l’Europa: il crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro.

Lo scorso 23 ottobre il Parlamento Europeo, approvando il testo della Commissione da me presieduta, ha chiesto che vengano introdotti in tutti gli Stati membri il reato di associazione mafiosa e di voto di scambio che contempli anche vantaggi immateriali (una novità pure per l’Italia, che ha la più forte tradizione antimafia del mondo); il regime carcerario 41bis (propongo un inasprimento di tale regime, visto che le cronache ci stanno abituando a notizie su un controllo dei clan a opera di detenuti); controlli più approfonditi nel sistema bancario (esistono istituti che hanno finanziato mutui ai rampolli dei mafiosi senza alcuna documentazione, senza garanzie) e l’abolizione totale del segreto bancario e dei paradisi fiscali (sono rifugi per i capitali mafiosi e il segreto bancario è stato finora uno degli strumenti più utili alle organizzazioni criminali per nascondere i profitti illeciti derivanti dalla corruzione e dal riciclaggio); l’esclusione da gare d’appalto per aziende condannate per reati di mafia, corruzione, riciclaggio; la confisca dei beni anche in assenza di condanna e il riutilizzo dei patrimoni confiscati a scopi pubblici e sociali. Questo testo è stato stilato in soli diciotto mesi con l’aiuto dei massimi esperti nell’ambito di numerose audizioni: hanno contribuito magistrati, forze dell’ordine, istituzioni, associazioni, agenzie e organismi deputati al contrasto del crimine organizzato transnazionale.

Renzi dice che porterà l’emergenza mafie in Europa. Ma l’Europa – voglio dirlo anche a Roberto Saviano – grazie alla Commissione Antimafia Europea, ha già mosso i primi importanti passi!

Naturalmente il semestre italiano è un’altra straordinaria occasione per riportare al centro del dibattito politico europeo la lotta alle mafie e l’importanza di introdurre in tutti gli Stati membri dell’Unione le norme da noi suggerite. Facciamo in modo che quanto elaborato dalla Commissione Antimafia Europea non resti lettera morta!

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