Per la Corte dei Conti i trasferimenti della legge di stabilità non basteranno per risanare il bilancio in rosso dell’InpsLa legge non sarà sufficiente per riportare il patrimonio 2014 in attivo (circa 25 miliardi). Le risorse previste, sostengono i supremi giudici contabili, “non appaiono in grado di incidere” sul deficit strutturale che l’Istituto ha sia nelle gestioni del lavoro pubblico sia in quelle del lavoro privato. Lo hanno sostenuto oggi i rappresentanti della Corte dei Conti in una audizione presso la commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali spiegando che l’intervento costituisce un “alleggerimento del quadro” ma non una soluzione complessiva.

La situazione patrimoniale dell’Inps era in significativo peggioramento dopo l’incorporazione dell’Inpdap con una previsione per quest’anno di un rosso di 4,5 miliardi (a causa di un disavanzo economico di 12 miliardi nel 2014 dopo uno di 14,4 miliardi nel 2013). Nel 2011, prima dell’incorporazione dell’Istituto previdenziale dei dipendenti pubblici, il patrimonio Inps era in attivo per 41,2 miliardi.

La legge di stabilità ha deciso di considerare definitive le anticipazioni di bilancio disposte a favore dell’Inpdap fino al 31 dicembre 2011, con un miglioramento di oltre 25 miliardi di euro della situazione patrimoniale che sarà rilevato in occasione della prima nota di variazione al bilancio preventivo 2014 dell’Inps (riportando il patrimonio in attivo per circa 21 miliardi).

Con la legge di stabilità – ha spiegato la Corte dei Conti – “c’è stato un alleggerimento del quadro” ma non un “ripiano” che consenta di avere un pareggio tra contributi e prestazioni. “Si è aggiustata la situazione patrimoniale alleggerendo il passivo – hanno precisato i magistrati contabili parlando all’audizione alla commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali – con una operazione di stock”. Nel frattempo la sostenibilità finanziaria del sistema “si fonda sui trasferimenti statali che superano i 100 miliardi l’anno”, trasferimenti che vanno “verificati nella qualità più che nella quantità”. Tutto ciò in attesa che vada a regime completamente il sistema contributivo nel 2050.

La Corte nei mesi scorsi aveva avvertito che erano “indilazionabili misure di risanamento” sui conti Inps ha poi invitato l’Istituto a rafforzare i controlli sulle prestazioni assistenziali aumentate nel 2012 del 2% (mentre si sono ridotte dell’1% quelle previdenziali). Bisogna “contrastare – hanno detto i magistrati contabili – il fenomeno non infrequente” di percepire assegni assistenziali, peraltro pagati attraverso la fiscalità generale e non dai contributi del lavoratore, da parte di “persone non averti titolo” al trattamento.

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