Francesco Schettino finalmente torna a bordo, come gli aveva ordinato il capitano di fregata Gregorio De Falco. Ha inforcato una scaletta (chissà se era una biscaggina) e è risalito sulla Costa Concordia. Con un po’ di ritardo, certo: due anni e un mese dopo la sera del naufragio. Ci torna per partecipare – come ha chiesto – a un sopralluogo disposto dal tribunale per effettuale la perizia sui generatori, chiesta dalle parti civili. E ci torna da imputato per omicidio colposo e abbandono nave. Lui dice che i cittadini dell’isola del Giglio gli hanno dato la loro solidarietà. In realtà le agenzie di stampa raccontano di uno scarso interesse degli abitanti. L’unica eccezione un uomo che si è mischiato al gruppo dei giornalisti che seguivano Schettino e che lo ha apostrofato a voce alta: “Affogati!”. Schettino dice che non può dire niente sul sopralluogo e che ha dato consigli ai suoi consulenti. E infatti trasforma l’occasione in uno show e la banchina del porto del Giglio in una ribalta. “Le sensazioni lasciamole stare – dice al gruppo di giornalistiche lo aspettano – Alcuni hanno patteggiato e ammesso le proprie colpe, io ci ho messo la faccia e sto facendo un processo. Mi sono sottoposto al processo per far sì che vengano accertate le responsabilità”. Schettino, infatti, sostiene che la tragedia sia stata provocata anche da problemi tecnici dell’imbarcazione. “Inizialmente era stato detto che l’imputato non poteva andare sulla nave – ha aggiunto riferendosi all’autorizzazione data da tribunale martedì scorso – poi la seconda volta è stata fatta una richiesta sia verbale sia scritta che è stata accettata”. 

Un monologo interrotto da qualche domanda indesiderata e dall’obiezione dell’inviato del Fatto Quotidiano Enrico Fierro che ha chiesto conto dell’abbandono nave: “Se quel signore là continua ancora a parlare di abbandono della nave, allora non ha capito un cazzo” si è innervosito Schettino. “Si documenti” ribadisce l’ex capitano. E la replica del cronista: “Mi sono documentato. Lei stava giù dalla nave e il vicesindaco stava sopra. Dica la verità”. Schettino ha camminato su e giù sul molo, chiedendo poi ai carabinieri di poter uscire senza il “fastidio” delle domande dei giornalisti. Quanto all’abbandono della nave, ha detto il comandante, in caso di un incidente navale “bisogna mitigare le conseguenze tra l’ordine di abbandono nave e il panico che si crea fra i passeggeri e le persone a bordo un’ordine del genere”. Citando autorità marittime, Schettino ha detto che “sulla scorta delle esperienze precedenti gli esperti hanno deciso che è possibile il ritorno sicuro a bordo delle navi in base alle condizioni di galleggiabilità e ai tempi minimi di abbandono” determinati dall’incidente.

La bagarre tra il comandante e i giornalisti è durata circa 20 minuti. “C’è chi ha patteggiato ammettendo colpe, io invece ci ho messo la faccia e sto facendo un processo – ha detto Schettino, non tenendo conto del fatto che verosimilmente la Procura avrebbe rifiutato qualsiasi ipotesi di patteggiamento – Prima di dire Schettino è il colpevole o il responsabile, aspettiamo. Gli altri hanno già ammesso le loro colpe”. Infine un messaggio di speranza: “Mi auguro che la nave vada via al più presto e che ci sia finalmente una ripresa turistica del Giglio, lo auguro con tutto il cuore a questo posto”. Dunque bisognerà aspettare la sentenza, spiega l’ex comandante della Concordia: “E’ in corso un processo – ha spiegato – la nave è custode di tutti i segreti, un processo con le modalità con cui si sta svolgendo ci farà capire bene e ci toglierà tutti i quesiti”. “C’è chi ha patteggiato”, ha detto, “io ho chiesto un processo. Bisogna capire cosa è successo in modo corretto e onesto”. A una domanda sulle sue colpe, Schettino ha risposto: “Quando il processo, la Cassazione, mi darà le mie colpe io le dirò una a una, al momento no”. Secondo Schettino quello del 13 gennaio 2012 non fu un inchino: “C’è una telecamera che riprende tutto il processo Io voglio capire questa differenza: ma voi ascoltate, sentite o capite quello che si dice nel processo? Perché c’è un distinguo tra inchino e passaggio ravvicinato”. 

A proposito del vero motivo del sopralluogo sul relitto il motore del generatore di emergenza della Concordia sarebbe stato trovato ossidato perché rimasto sommerso quasi due anni in mare fino al riposizionamento in asse della nave avvenuto nel settembre scorso. Secondo altre informazioni, inoltre, il quadro elettrico principale della nave appare in condizioni abbastanza normali perché sempre rimasto fuori dall’acqua. Il gruppo di cui fa parte anche Schettino ha finito di ispezionare gli ascensori di poppa, dove alcune porte sono state trovate aperte, altre chiuse, e ora si sta recando verso gli ascensori di prua.

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