Proviamo a immaginare per un attimo le scuole italiane tra qualche mese. Il prossimo 15 settembre i nostri ragazzi al suono della campanella, finalmente troveranno gli intonaci rifatti, le tapparelle sistemate, le finestre senza spifferi, le aule ristrutturate. Gli studenti diversamente abili avranno ascensori, non ci sarà più una sola barriera architettonica. Tutte le scuole saranno antisismiche. Le palestre non saranno più negli ex magazzini comunali o in angusti atri.

Dal 15 giugno al 15 settembre, mentre saremo in vacanza, solerti imprese edili che si saranno aggiudicate appalti a tempo di record, sistemeranno tutto grazie ai miliardi di euro trovati da super Matteo.

Finalmente il sindaco del paese dove insegno non dovrà più rincorrere i bandi provinciali, regionali od europei per trovare qualche soldo per ristrutturare la scuola: basterà rispondere alla lettera che tra qualche giorno (dovrebbe partire oggi secondo quanto affermato nel discorso al Senato) arriverà sulla sua scrivania a firma di super Matteo.

Sarà un’altra Italia, quella che vedremo tra qualche mese. I dati diffusi da Legambiente nel XIII rapporto sulla qualità dell’edilizia scolastica (quasi la metà degli edifici non possiede le certificazioni di agibilità; sono più del 65% le scuole che non possiedono il certificato di prevenzione incendi) saranno smentiti. Legambiente, Cittadinanzattiva non avranno più bisogno ogni anno di presentare report sullo stato delle nostre aule.

E noi maestri? Finalmente ci riconosceranno per quello che siamo: “collaboratori della creazione della libertà” (cit. Matteo Renzi, presidente del Consiglio). Non avremo uno stipendio più alto, non avremo contratti a tempo determinato e tantomeno scatti d’anzianità ma saremo rispettati perché i politici, le famiglie ci considereranno formatori, maestri di vita, coloro che insegnano ovvero segnano la strada. Sarà tutto un altro mestiere: super Matteo ci ridarà la dignità.  

il mercoledì, al posto di far lezione di Storia o d’Italiano, potrà arrivare una sorpresa. Suonerà il campanello della scuola, la bidella andrà ad aprire e sulla porta della classe ci troveremo il signor Matteo Renzi: “Bambini, bambine è venuto a trovarci il presidente del Consiglio. Lo conoscete vero?”. Sarà un giorno di festa, giocheremo tutti insieme: finalmente anche nella mia scuola di campagna potremo avere la possibilità di essere considerati non dal preside ma dal primo ministro. E se avremo qualche problema basterà parlarne con lui e, probabilmente, tutto si risolverà.

Che bella sarà l’Italia e la scuola italiana… tra qualche mese!

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