Cosa servono le multe alle automobili? A cambiare i comportamenti degli automobilisti, non certo a fare cassa per i Comuni ecc… Se le multe fossero davvero efficaci, e quindi gli automobilisti fossero disciplinati, i ricavi si avvicinerebbero allo zero. Un’ovvietà ben nota agli spietati vigili americani.

Per sapere se l’azione “disciplinatrice” è efficace c’è però una condizione minima ed irrinunciabile: sapere pressappoco il numero delle infrazioni “prima della cura”, e vedere poi come evolvono, tipologia per tipologia (soste vietate, passaggi col rosso, limiti di velocità ecc.).

Difficile? Facilissimo! Non occorre contarle tutte (non si fa mai nelle rilevazioni statistiche). Basta fare un solido campionamento, e periodicamente rinnovarlo (foto aeree e a terra, telecamere piazzate per periodi limitati ecc.). Costa poco, con gli strumenti tecnici attuali. Poi occorre ovviamente rendere pubblici sia i risultati che le azioni conseguenti, per un controllo democratico e mediatico dell’azione. Tra l’altro solo questo avrebbe già effetti dissuasivi-educativi (con un minimo di virtuosa minaccia implicita: “guardate saremo più severi…”). Ma queste rilevazioni non si fanno MAI. Perché? Ci torneremo.

Dichiarare solo il numero di multe fatte, come spesso accade ora, è privo di senso se non si sa a quante infrazioni si riferiscano: a Milano, due milioni di multe all’anno per sosta vietata? Ridicolo, se ci sono, come ci sono, 100.000 macchine in sosta vietata e altrettante in doppia fila al giorno (ma sono probabilmente molte di più). Poi c’è una ovvia verifica intuitiva: i comportamenti dei cittadini non cambiano affatto, sembrano anzi peggiorare. Di nuovo, spiace ricorrere a casi personali, ma non ci sono alternative. Ci sono aree con divieti di sosta vistosi con auto in sosta perenni, anche a ferragosto. E’ considerato normale sostare sulle rotatorie, creando gravi situazioni di pericolo, a causa della riduzione della visibilità. Non ho MAI visto dare una multa ad un motociclista, per demenziale che sia il suo comportamento (ne muoiono più di 13 volte tanti rispetto agli automobilisti). Se passo col giallo, con vivi rimorsi, due auto dietro di me passano col rosso.

Ora, in seguito a cosa cambiano i comportamenti? In relazione al “costo statistico della sanzione”, cioè quanto costa la multa diviso la probabilità di prenderla. Le nostre multe sono salate, nella media internazionale. Allora, come mi è stato spiegato da un vigile che mi ha multato, il perché non cambiano i comportamenti è dovuto al fatto che le probabilità di prenderle, fuori dalle aree  centrali, sono bassissime, per mancanza cronica di vigili addetti a questa funzione.

E qui emerge il fitto mistero: se il valore medio di una multa si aggira sui 40€, basterebbe che ogni vigile aggiuntivo facesse 10 multe al giorno (due ore di lavoro?…forse meno) per 200 giorni, per far incassare al comune 80.000 euro all’anno per ciascun vigile, fino alla mitica scomparsa delle infrazioni stesse, probabilmente fatto non imminente. Per non parlare poi dei possibili rilevatori automatici delle auto in sosta vietata, le telecamere ai semafori ecc..

Per inciso, rendere le sanzioni certe per i divieti di sosta, come avviene nella patria dell’auto, gli Stati Uniti, avrebbe effetti drastici sulla congestione del traffico urbano, e in più: non costerebbe quasi nulla (anzi, i comuni ci guadagnerebbe, come abbiamo visto), estenderebbe comportamenti civili anche alle periferie, e sarebbe un segnale che le norme non valgono solo per i fessi.

Cosa concludere? Vediamo gli attori principali della partita: i vigili, comprensibilmente, non amano dare le multe, li renderebbe molto impopolari, né sembra opportuno trasformarli in “cacciatori di taglie” rendendoli partecipi ai ricavi con una percentuale degli incassi. I commercianti, grandi protagonisti con i loro clienti, delle soste in doppia fila, certo non sarebbero contenti. E l’immagine di un ente locale “repressivo” non paga, a Milano fu celebre il manifesto di un partito di centro destra che sotto elezioni chiedeva “meno multe!” (e le ottenne).

Fare norme severe ottiene molti consensi, ma non farle rispettare almeno altrettanti, è una prassi molto italiana. In sintesi: non sembra esserci la volontà politica di dare le multe misurando i risultati. Fa parte del nostro graduale avvicinarsi al Cairo ed allontanarsi da San Francisco…

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