LA GIORNATA
A volte ritornano. Le grandi squadre, o presunte tali, del campionato italiano improvvisamente si ricordano della sperequazione economica (leggi diritti tv) che le rende favorite, e tornano a vincere tutte e quante insieme. Fa eccezione la Fiorentina, per colpa dello scontro diretto con l’Inter, mentre le altre cementano una classifica sempre più spezzata in diversi tronconi. Se davanti sono sempre in tre, o meglio in due più uno, con Fiorentina e Napoli qualificate per la finale di Coppa Italia si apre un ulteriore posto valido per l’Europa League per la sesta classificata: posizione a cui ambiscono Verona, Parma e Torino per meriti sportivi, e il Milan e la Lazio per blasone. Poi le coppe andrebbero anche approcciate con la miglior formazione possibile, che altrimenti è inutile qualificarsi se poi ci si lamenta degli impegni ravvicinati, ma questa è un’altra storia.

La storia del campionato vede invece una Juventus che si sbarazza facilmente del malcapitato Chievo. Tre punti che sono una pura formalità per l’arancia meccanica bianconera, capace di passeggiare sui clivensi anche facendo ampio uso del turnover. Tutto facile anche per la Roma in casa con la Sampdoria e il Napoli in trasferta col Sassuolo. Meno scontata invece la vittoria dell’Inter sulla Fiorentina. Da quando è arrivato Hernanes, il buon Mazzarri ha improvvisamente deciso di voler giocare con due punte e due centrocampisti offensivi, e l’Inter è diventata anche piacevole da guardare. Forse non per il premier in pectore Renzi e il fustigatore di capitalisti Della Valle, che in tribuna devono abbozzare buon viso a gol in fuorigioco. Quello di Icardi, decisivo.

Vince anche il Milan nell’anticipo dell’anticipo di venerdì contro il Bologna, grazie alla bomba di San Valentino di Balotelli, che a pochi minuti dalla fine trova dalla trequarti la botta improvvisa che s’infila là nell’angolino in cui nessun portiere può arrivare. Il gol di Super Mario fa respirare il Milan, non bello nemmeno contro il fanalino di coda rossoblù, e rilancia l’ipotesi Europa League. Una candidatura seria, anche politicamente. Sempre che qualcuno fermi questo splendido Parma di Donadoni. Il sontuoso poker in trasferta all’Atalanta è il coronamento di una striscia cominciata a novembre di dodici risultati utili consecutivi. Nemmeno lo storico Parma di Scala era mai arrivato a tanto.

Le altre due contendenti Verona e Torino se la giocheranno invece stasera nello scontro diretto, anche perché la Lazio, alla prima sconfitta della gestione Reja, è caduta a Catania. Il quinto risultato utile degli etnei, a conferma di un ottimo stato di forma, non basta però a uscire dalle sabbie mobili della zona retrocessione, perché contemporaneamente vince anche il Livorno a Cagliari. Un gran gol di Emerson in formato Balotelli apre le danze di un match molto nervoso, concluso con tre cartellini rossi. Festa del gol invece a Marassi, dove il Genoa va sotto con l’Udinese prima di rimontare sul 3-3- trascinato da una doppietta del capitano Gilardino. Anche il Genoa, a rigor di logica e di punteggio, potrebbe aspirare all’Europa. Ma siamo pur sempre in Italia, e certe rimonte sembrano più probabili di altre.

IL PERSONAGGIO
Al fischio finale i giocatori della Roma sono corsi a ringraziare i tifosi sotto una Curva sud desolatamente vuota, colpa del personaggio della settimana, il convitato di pietra di questo campionato: quell’articolo 11 comma 1 del Codice di Giustizia sportiva che, recependo in malo modo la direttiva Uefa, aggiunge il famoso cappio della “discriminazione territoriale”. E così capita che durante una semifinale di Coppa Italia, l’orribile coro giallorosso “Vesuvio lavali col fuoco” sia considerato discriminante territorialmente, mentre non lo siano il coro napoletano “Romano bastardo” e lo striscione “Noi non siamo sporchi romani”.

A parte il facile e paradossale sillogismo per cui si discrimina territorialmente Napoli, considerando discriminanti solo gli insulti riferiti a quel territorio, il problema è ben più grave: se come ampiamente spiegato le società italiane non reggono la concorrenza europea perché incapaci di ottenere ricavi dagli stadi e dai match day, continuare con misure inutilmente e assurdamente repressive nei confronti dei tifosi può solo contribuire ad affossare ancor di più il movimento del calcio italiano. Un movimento di cui i tifosi sono i principali finanziatori (anche attraverso gli abbonamenti e tv che rappresentano il 60% circa del fatturato delle società) e, spesso e volentieri, una delle componenti più sane.

LA SPIGOLATURA
Il rumore dei nemici di mourinhana memoria, già evocato da Conte a inizio campionato, si arricchisce di un nuovo capitolo. Questa volta l’avversario è Fabio Capello, colpevole di lesa maestà per aver osato criticare il tecnico bianconero che dopo il pari di Verona aveva revocato il giorno libero della squadra. Apriti cielo. Il Conte furioso fa il giro delle sette chiese – le tre televisioni – a urlare la sua rabbia. Inizia così: “Certe persone dovrebbero farsi di più gli affari loro, piuttosto che occuparsi di casa degli altri. E in casa loro c’è più puzza”. Poi continua: “Quando parlano i guru noi dobbiamo stare zitti, ascoltare e ossequiare. Stranamente spesso e volentieri Capello viene a mettere il becco dentro casa di altri”.

Si inalbera: “ Ha vinto due scudetti, ma nessuno si ricorda di cose emblematiche: io mi ricordo gli scudetti di Lippi e di Trapattoni, non ricordo la Juventus di Capello”. Oramai è un fiume in piena: “Aveva la Juventus più forte però a livello di gioco non mi ha impressionato, con quell’armata è riuscito ad uscire nei quarti di finale, quindi mi guarderei bene prima di dire delle fesserie”. Infine la stoccata finale: “Dei suoi anni alla Juventus ricordo non tanto gioco, ma i due scudetti revocati”. Parzialmente ritratta quando più tardi è costretto a dire: “La Juventus ha stravinto quei due scudetti e per me è stata una grandissima ingiustizia che siano stati tolti”. Attenzione al rumore dei nemici, che a volte gioca brutti scherzi.

twitter: @ellepuntopi

RISULTATI
Milan-Bologna 1-0 (Balotelli al 42′ s.t.)
Fiorentina-Inter 1-2 (Palacio (I) al 34′ p.t., Cuadrado (F) al 1′ s.t. e Icardi (I) al 20′ s.t.)
Catania-Lazio (Izco (C) al 1′ p.t., Mauri (L) al 46′ p.t., Spolli (C) al 3′ s.t. e Peruzzi (C) al 13′ s.t.)
Atalanta-Parma 0-4 (Molinaro al 9′ p.t., Benalouane al 30′ s.t., Cassano al 32′ s.t. e Schelotto al 48′ s.t.)
Cagliari-Livorno 1-2 (Emerson (L) al 44′ p.t., Paulinho (L) al 9′ s.t.e Nené (C) al 19′ s.t.)
Genoa-Udinese 3-3 (Basta (U) al 35′ p.t., Fernandes (U) al 40′ p.t., Konaté (U) al 45′ p.t., Muriel (U) al 3′ s.t. e Gilardino (G) al 24′ s.t. e al 34′ s.t.)
Juventus-Chievo 3-1 (Asamoah (J) al 17′ p.t., Marchisio (J) al 29′ p.t., autogol di Caceres (J) al 6′ s.t., Llorente (J) al 13′ s.t.)
Sassuolo-Napoli 0-2 (Dzemaili al 37′ p.t. e Insigne al 11′ s.t.)
Roma-Sampdoria 3-0 (Destro al 44′ p.t. e al 11′ s.t., Pjanic al 9′ s.t.)
Verona-Torino (stasera, ore 20.45)

CLASSIFICA
Juventus 63
Roma 54*
Napoli 50
Fiorentina 44
Inter 39
Verona 36*
Parma 36*
Torino 33*
Lazio 32
Milan 32
Genoa 31
Sampdoria 28
Atalanta 27
Udinese 27
Cagliari 24
Bologna 21
Livorno 20
Catania 19
Chievo 18
Sassuolo 17
* una partita in meno

MARCATORI
14 gol G. Rossi (Fiorentina)
13 gol Tevez (Juventus)
12 gol Berardi (Sassuolo), Higuain (Napoli), Immobile (Torino)
11 gol Gilardino (Genoa), Palacio (Inter), Vidal (Juventus), Toni (Verona)
10 gol Balotelli (Milan), Cerci (Torino), Llorente (Juventus)
9 gol Callejon (Napoli), Denis (Atalanta), Eder (Sampdoria), Paulinho (Livorno)

PROSSIMO TURNO
Bologna-Roma (sabato 22 febbraio, ore 20.45), Livorno-Verona (domenica 23, ore 12.30), Chievo-Catania, Inter-Cagliari, Sampdoria-Milan, Udinese-Atalanta (domenica, ore 15), Juventus-Torino (domenica, ore 18), Lazio-Sassuolo (domenica, ore 20.45) Parma-Fiorentina (lunedì 24, ore 19), Napoli-Genoa (lunedì, ore 20.45)

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