Un recente studio effettuato dalla Commissione Europea ha dimostrato come dei 1000 film prodotti ogni anno nel nostro continente, siano davvero pochi quelli in grado di superare il confine del proprio Paese. Così, se da un lato si festeggia il ritorno in Italia a un incasso di film nazionali superiore al 30% sul totale (come solo in Francia e Danimarca), dall’altro rimarrebbe auspicabile una maggiore circolazione di opere che spesso sono vicine a noi geograficamente e culturalmente. Così, il film “disperso” di oggi è una produzione austriaca, girata sulle Alpi e interpretata da un volto a noi negli anni sempre più noto: Die Wand, cioè Il muro.

Il regista: Julian Pölsler, sessantenne austriaco, è da trent’anni autore di opere teatrali e di serie televisive nel suo Paese, oltre che insegnante all’università di Vienna. Die Wand è il suo primo lungometraggio destinato alle sale cinematografiche.

Gli interpreti: La protagonista è Martina Gedeck, attrice tedesca conosciuta soprattutto per Le vite degli altri e Le particelle elementari. Ha anche recitato con Sergio Castellitto in Ricette d’amore e, più recentemente, in italiano in Anni felici di Daniele Lucchetti.

La trama: Una donna, di cui non conosciamo il nome, arriva in una baita per una vacanza insieme a due amici e un cane. Quando gli amici non fanno ritorno dal villaggio, si rende conto di una situazione inimmaginabile: attorno alla baita un muro trasparente non le permette di andarsene dalla valle.  

La recensione: Sgombriamo immediatamente ogni dubbio: non siamo in presenza di un clone di Under the Dome, il romanzo di Stephen King recentemente diventato una serie televisiva. Die Wand nasce molto tempo prima, negli anni 60, dalla penna di Marlen Haushofer, e tratta il tema dell’isolamento all’interno di una misteriosa muraglia trasparente in un modo totalmente differente. Non ci sono guerre interne, lotte per il potere, misteriose apparizioni. C’è invece una donna, sola e isolata dal mondo, che si trova a dover dare un nuovo senso alla propria vita. Prima è solo sopravvivenza, con i disperati tentativi di superare il muro e l’affannosa ricerca del cibo, poi è la ricerca di un nuovo modo di vivere, grazie alla scrittura di un diario e all’amicizia con gli animali che la circondano. Proprio l’uso del diario come stratagemma per ovviare alla mancanza di dialoghi in una sceneggiatura con un’unica protagonista è l’elemento che rende il film stesso quasi un’opera letteraria, in grado di comunicare perfettamente con le potenti immagini della natura scelte dal regista e con un sonoro (sia quello dei rumori della montagna, che quello delle musiche) che è sempre al centro dell’attenzione. Forse alcuni elementi, soprattutto nella prima parte, potevano essere tagliati per garantire un maggiore ritmo al film, ma quella di Julian Pölsler rimane una dichiarazione forte e attuale delle capacità che l’uomo ha di adattarsi, di saper modificare i propri obiettivi davanti ai cambiamenti, anche inaspettati, che la vita può proporre.

Il commento del critico: “Spoglia ma bellissima, straziante ma illuminante, una splendida storia di isolamento e sopravvivenza in un mondo selvaggio e silenzioso” – Ethan Gilsdorf, Boston Globe

La citazione: “Non vi è alcun impulso più sensato dell’amore: rende la vita più sopportabile all’amante e all’amato. Dovremmo solo riconoscere in tempo che quella è la nostra unica possibilità, la nostra unica speranza per una vita migliore”.

Homevideo: L’edizione del dvd contiene la versione in lingua originale con sottotitoli in inglese, mentre non sono previsti contenuti speciali. Sono disponibili sul web i sottotitoli in italiano.

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