Gli hashtag non sono solo su Twitter ma anche nel mondo reale. Mi riferisco a quelle parole che diventano di tendenza nel mondo reale di colpo e solo per pochi giorni. Proprio come i topic trend di Twitter

Partono da un discorso o da una battuta dal vivo e rimbalzano sui giornali diventando di uso comune. Termini usatissimi, ma a breve scadenza. Essendo diffusi inizialmente dai media li chiamerei hashtag giornalistici, ma dato che poi entrano nelle nostre conversazioni personali preferisco chiamarli hashtag reali.

Se Renzi dal vivo è un lanciatore professionista di hashtag per Twitter come #beppefirmaqui o #EnricoStaiSereno possiamo dire che Enrico Letta è un professionista dell’hashtag reale. Basta pensare alle parole o frasi che ha diffuso nel mondo reale negli ultimi mesi coi suoi discorsi e le sue interviste come: “balls of steel”, (palle d’acciao, N.d.T.), “vivacchiare”, “Jo Condor”, “giorno della marmotta”, “mangeremo il panettone”, “galleggiare”, che sono immediatamente rimbalzate sui giornali e i Tg.

Puntualmente andiamo a leggere l’articolo per scoprire a cosa si riferisce il Presidente del Consiglio con quella curiosa parola. In questo modo il messaggio che Letta vuole trasmettere viene diffuso ampiamente, traghettato da questo hashtag reale.

Utilizzando questo metodo consapevolmente si prepareranno dei discorsi (perdonatemi se continuo con la metafora di Itnernet) SEO per il mondo reale. Ovvero discorsi che, contenendo parole improvvisamente diffuse e ora ricercatissime online, arriveranno ai primi posti nei risultati della ricerca di notizie e, data l’evoluzione dell’editoria, sulle prime pagine dei giornali online che spesso dettano la linea anche di quelli stampati.

 Le notizie saranno poi condivise sui social network e il messaggio sarà virale.

A proposito di condivisione sui social network. Il termine condividere, tradotto da share, significa ripubblicare sulla propria pagina o account un post, per farlo vedere ai propri contatti. I post che condividiamo online sono in realtà quelle notizie o quei commenti che condividiamo realmente, cioè coi quali siamo d’accordo personalmente. Quindi il termine “condividere” è doppiamente adatto a descrivere questa operazione poiché condivido (online) ciò che condivido (personalmente).

Nella sua ultima conferenza stampa dove ha presentato il piano “Impegno Italia” purtoppo Letta ha fatto un piccolo passo indietro: ha lanciato dal vivo un hashtag per Twitter. Alla Renzi. Non nel mondo reale come solitamente fa lui. L’ha fatto utilizzando la formula ideata dal massimo esperto, Renzi appunto: “l’hashtag è” e poi ha lanciato #iosonosereno. Subito dopo si è corretto “anzi, Zen”. 

Caro Enrico, gli hashtag su Twitter si lanciano con decisione! Se prima dici di essere “sereno” poi “anzi, Zen” ci confondi e non sappiamo cosa twittare (che problema!). Soprattutto non rendi il tuo messaggio virale come avresti voluto. Infatti poi è passato #iosonosereno mentre l’idea Zen era decisamente più originale.

In termini di penetrazione sono molto più efficaci gli hashtag reali. Un evento in passato casuale che trova possibilità di utilizzo intenzionale e sistematico grazie all’evoluzione della comunicazione.

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