Da ingegnere gestionale a una vita “decisamente migliore, senza dover timbrare il cartellino”, da proprietario e gestore di un’enoteca a Lubiana, in Slovenia. La storia di Eliano d’Onofrio, 39 anni, di origine umbra, racchiude tutte le peripezie di chi ha visto tramontare il proprio sogno di una vita in Italia, a causa della crisi e della burocrazia. “Nel 2006 ho sperimentato sulla mia pelle la cassa integrazione – racconta – e ho visto padri di famiglia di cinquant’anni piangere a dirotto, senza più prospettive. Allora ho raccolto le mie energie e un po’ di soldi e, da Milano dove abitavo, sono tornato in Umbria. Volevo aprire un centro culturale con annesso ristorante fra Terni e Spoleto. Ho investito denaro e tanto tempo, ma alla fine anche questo sogno è naufragato a causa degli intoppi burocratici. Poi, l’amore per una ragazza slovena e la decisione di venire a Lubiana. E ora mi ritrovo qui, in un Paese dove mi manca l’aspetto umano degli italiani, ma dove posso dire di vivere molto bene”.

Eliano ha avviato una nuova attività, e ha aperto un’enoteca nel grazioso centro storico della capitale slovena, a pochi passi dal Comune. “Ho iniziato facendo quattro carichi con un furgone, direttamente dall’Italia, e ora sono qui, in questo antico palazzo, e cerco a modo mio di promuovere una certa immagine dell’Italia. Non è un’impresa facile, in quanto la maggior parte degli sloveni compra il vino direttamente dai contadini. Eppure piano piano sto iniziando ad avere le mie soddisfazioni”. Così, da una laurea al Politecnico di Milano alle competenze da raffinato esperto di vini. “Ho studiato tanto per questo. Appena arrivato a Lubiana ho provato a fare un po’ di tutto, anche se la lingua, che non conoscevo, all’inizio è stata un ostacolo. Ho contattato l’Ice (Istituto italiano per il commercio estero) e l’ambasciata di Lubiana, per avere contatti e per inserirmi. Poi ho studiato per diventare guida turistica, lavoro che ancora svolgo parallelamente all’enoteca, e ho iniziato anche a insegnare italiano. Dopo qualche tempo – continua – con la mia compagna ho preso in gestione un negozio di artigianato proprio nel centro storico. E ora eccomi qui a vendere vino e prodotti italiani, una sfida che voglio vincere”.

Così, dalle sconfitte, Eliano ha tratto una lezione ed è “venuto all’estero – dice – per inseguire una vita tutta mia”. Finora, comunque, la vita in Slovenia pare avergli portato fortuna. “Qui ho potuto fare cose impossibili per me in Italia. Certo, ci sono le differenze culturali e non è roba di poco conto. Gli sloveni sono stati per lungo tempo sotto l’Austria, l’impronta è quella ed è per questo che dico che qui mi manca un po’ l’aspetto umano. Poi c’è la storia più recente, ci sono le foibe e l’occupazione italiana, ci sono le cicatrici di un rapporto, quello fra il nostro Paese e la Slovenia, che è sempre stato un po’ contrastato. Ma qui, lo posso dire, ho sperimentato una sorta di ‘leggerezza dell’esistenza’, qui ho capito che se si vuole fare qualcosa basta l’impegno e la si può fare senza problemi. Ma anche senza troppe preoccupazioni”.

Però, alla fine, Eliano lo ammette: “Io tornerei pure in Italia, ho una grande nostalgia, ma a fare che cosa? Sarebbe un salto nel buio. Qui – continua – vengono molti turisti italiani e negli ultimi tempi ho notato un nuovo fenomeno. Se prima, qualche anno fa, si lamentavano delle loro condizioni, ora non lo fanno nemmeno più. Sembra che abbia vinto la rassegnazione. L’Italia è sempre più statica, arretrata. Qui prendo la Rai e spesso guardo il telegiornale. Ecco, potrei anche smettere di guardarlo, mi basterebbe rivedere sempre la solita puntata registrata, non cambia mai nulla”. Così, a un centinaio di chilometri dal confine con l’Italia, Eliano ha voltato pagina. “Qui ho trovato la mia dimensione – conclude – E poi non devo timbrare il cartellino cinque volte al giorno, una gran cosa”.

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