Lo aveva annunciato parecchie volte sulla pagina del social network Ask.fm. E spesso, era stata invitata dai suoi cosiddetti “amici” a mettere in pratica l’intenzione di uccidersi. E alla fine, domenica 9 febbraio, l’ha fatto veramente: una ragazzina di 14 anni di Fontaniva, nel padovano, si è lanciata dal tetto dell’ex hotel Palace di Cittadella, sempre in provincia di Padova, da tempo chiuso e spesso utilizzato da senzatetto e sbandati come rifugio.

Ora i messaggi di incitamento al suicidio rivolti alla 14enne sono al vaglio degli investigatori. “Sei una t…”. “ti odio” e “fai schifo come persona”, sono solo alcuni degli insulti. Anche se l’attenzione delle forze dell’ordine si sofferma sui messaggi che sembrano proprio invitarla a farla finita. Uno di questi, lapidario, dice: “Ucciditi”, mentre un secondo riporta il link del trailer cinematografico ‘Suicide room‘. Al momento però non c’è nessuna ipotesi di istigazione al suicidio, come sottolinea il comandante della compagnia dei Carabinieri di Cittadella, Marco Stabile.

Nei cinque messaggi lasciati dalla ragazzina ai familiari e alle compagne di scuola per preannunciare il suo gesto estremo non compare alcun riferimento agli insulti ricevuti sulla chat, ma soltanto questa frase: “Scusatemi, sarò con voi e vi guarderò da lassù”. In un disegno con un cuore che si sta spezzando in due, in un post del 2 febbraio su Facebook aveva scritto: “Basta stupido mondo”

Lanciato nel 2010 da Klaves Sinka, Ask.fm offre la possibilità di scrivere domande sul profilo degli altri membri in assoluto anonimato, seguendo gli “amici” senza che loro lo sappiano. Già al centro delle polemiche, l’estate scorsa era finito nel mirino degli investigatori inglesi dopo il suicidio della 14enne Hannah Smith che si è tolta la vita a causa di insulti e inviti all’autolesionismo scritti proprio su Ask (leggi). Anche in Italia si è parlato molto di questo “Facebook dei teenager” in occasione della maxi rissa scoppiata a Bologna il 16 settembre 2013 tra due “fazioni” di ragazzini, i “Bolobene” e i “Bolofeccia“, che si erano dati appuntamento proprio attraverso Ask (leggi). Anche il video del pestaggio davanti alla scuola di Bollate, nel milanese, tra due ragazzine era stato postato, il 7 febbraio, sullo stesso social.

E proprio per combattere il cyberbullismola polizia e il ministero dell’Istruzione hanno lanciato il workshop “Una vita da social” presso le scuole di 100 capoluoghi di provincia italiani per sensibilizzare gli studenti all’uso responsabile del web. La campagna educativa itinerante incontrerà 60mila ragazzi con l’obiettivo di aiutare gli utenti della rete a navigare in piena sicurezza e gestire con consapevolezza e controllo i dati condivisi online.

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