“Non posso pensare che Della Valle abbia preoccupazioni su Rcs, penso che la Tod’s lo preoccupi. La Tod’s va male, è giù del 20% da inizio anno (-1,12% il saldo degli ultimi 12 mesi, ndr). Rispetto ai suoi concorrenti Prada, Armani, Lvmh e Kering è un nano. Un’azienda di dimensioni piccole e non sta andando bene”. Dopo l’ultimo attacco di Della Valle, il presidente della Fiat, John Elkann, rompe il silenzio sull’ormai annoso scontro con l’imprenditore marchigiano col quale condivide a fatica l’azionariato del Corriere della Sera. A stretto giro, poi, arriva la controreplica da Sant’Elpidio. “Leggo che oggi Yaki, al ritorno da un lungo weekend, ha fatto dichiarazioni trattando un argomento che notoriamente non conosce, quello del mondo del lavoro e delle imprese che vanno bene, dicendo alcune fesserie”, fa sapere Della Valle. “Qualora avesse voglia di visitare un’azienda che realizza prodotti ottimi con dipendenti molto preparati, con una situazione finanziaria solidissima che non ha mai fatto cassa integrazione e con clienti ed azionisti soddisfatti e fedeli negli anni, me lo faccia sapere ed io lo inviterò a visitare il Gruppo Tod’s”, chiosa per poi alzare il tiro. “Ora, comunque, basta con queste discussioni da pianerottolo, ce ne sono già troppe in questo Paese e non servono a nulla. Se Elkann è pronto, lo invito ad un confronto pubblico tra di noi così ognuno dirà quello che pensa”, è l’ultima provocazione.

La dichiarazione dell’erede di casa Agnelli era arrivata dopo che, nei giorni scorsi, Della Valle aveva inviato una lettera al consiglio di amministrazione di Rcs in cui minacciava azioni legali stigmatizzando la recente gestione del gruppo editoriale, dall’aumento di capitale all’accordo sulla gestione della pubblicità nazionale della versione cartacea e online della Stampa, passando per la recente cessione dell’immobile dell’editrice in centro a Milano. In particolare, secondo la Repubblica, l’imprenditore marchigiano sarebbe pronto a varare la sua più volte annunciata azione di responsabilità contro il cda dell’editrice. E, soprattutto, contro l’ad Pietro Scott Jovane la cui gestione è ritenuta troppo legata a Fiat e Intesa Sanpaolo. L’azione di responsabilità chiederebbe conto di quanto fatto negli ultimi anni, ma soprattutto, ipotizza il quotidiano romano, potrebbe trovare d’accordo altri due soci di Rcs, ovvero Urbano Cairo e forse anche Mediobanca.

Dalla scorsa estate Fiat è il primo azionista della casa editrice del Corsera con il 20,5% del capitale, mentre Della Valle ne possiede il 9 per cento.  “Sono molto soddisfatto come lo sono e dovrebbero essere tutti gli azionisti di Rcs”, aveva quindi commentato Elkann rimarcando che “da quando l’aumento di capitale è avvenuto il titolo è cresciuto del 25%”. Ma trascurando il fatto che nonostante il recupero del 25% dal luglio a oggi, il saldo del solo ultimo anno di Rcs in Borsa è disastroso: -61,5 per cento. Va meno peggio se si considera l’andamento del titolo dall’arrivo di Jovane alla guida della società, nel luglio 2012: da allora la perdita è del 15,79 per cento. Eppure per il padrone della Fiat “le azioni del management sono state molto efficaci, la società oggi è gestita bene, il cda è indipendente e prende decisioni nell’interesse della società“. 

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