La proposta di legge avanzata in conferenza stampa alla Camera dai parlamentari del partito Pd Roberto Speranza e Danilo Leva, primi firmatari della proposta stessa, non solo ci sconcerta, ma ci lascia in bocca il sapore amaro del “papello” di Riina Salvatore presentato dalla mafia alla fine del 1992 , prima delle stragi del 1993.

Infatti fra le 12 richieste che sarebbero state presentate allo Stato dalla mafia “cosa nostra”, con il beneplacito di tutte le mafie d’Italia , ve ne erano due che hanno sempre spiccato in modo particolare durante i processi a “cosa nostra” in giudizio per massacri di bambini e ragazzi: l’abolizione dell’ergastolo, e l’abolizione del 41 bis.

Nella proposta di legge presentata alla Camera scopriamo che secondo Roberto Speranza – “l’abolizione dell’ergastolo sarebbe invece una battaglia di civiltà e di costituzionalità”. Sempre secondo Speranza inoltre “le pene devono tendere alla rieducazione del condannato”.

E ancora Danilo Leva nega addirittura che l’eventuale abrogazione dell’ergastolo e del 41 bis possa essere gradita alle mafie e insiste in proposito: “Macchè . E’ una battaglia di civiltà, dobbiamo liberarci del populismo giuridico”.

Noi crediamo invece fortemente che quello di cui ci sarebbe da liberarsi è il ricatto che la mafia sembra esercitare fortemente sul Parlamento ormai da troppo tempo.

I Parlamentari hanno il dovere morale, chiunque essi siano, di lavorare per far finire quello spaventoso ricatto messo in atto nel 1993 a suon di tritolo sulla pelle di innocenti , che sono serviti molto probabilmente a fare da scudo a 5 Ministri della Repubblica proprio per far abolire il 41 bis e l’ergastolo alla mafia.

Chiediamo ancora una volta ai Parlamentari che ignorano la storia di questo paese, di entrare negli archivi dei Tribunali e di leggere, istruendosi una buona volta, scorrendo tutti quei fiumi di verbali di deposizione passati in giudicato, dai quali ben si evince che nessuna Costituzione al mondo potrebbe oggi indurre ad abolire il 41 bis e l’ergastolo a Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella , i Fratelli Graviano e quant’altri.

Rendiamo quindi noto che ormai da troppo tempo, notiamo un garantismo sfrenato per puri scopi politici elettoralistici.

E nel contempo prendiamo le distanze dall’essere tacitati di “populismo giuridico”, rimandando l’espressione al mittente, perché il sangue dei nostri morti e dei nostri feriti quel 27 Maggio 1993 sotto la Torre dè Pulci a Firenze è stato una tragica realtà.

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