Giorgio Napolitano è stato contestato al Parlamento europeo da alcuni eurodeputati della Lega Nord. Che peccato che questo episodio abbia coperto mediaticamente quanto detto dal Presidente della Repubblica.

Dopo aver affermato che “l’Euro ha rappresentato una innovazione di valore storico”, il gruppo degli eurodeputati della Lega Nord ha fischiato Napolitano esibendo manifesti e striscioni anti-euro: “No euro” e “Euro kills”. Al di là delle considerazioni di merito – la Lega Nord è in campagna elettorale e la sua posizione anti euro è chiara, quindi chi vorrà votarla è liberissimo di farlo il 25 maggio prossimo – è un peccato che l’intero discorso del Presidente della Repubblica – oltre 30 minuti – sia ridotto a quattro fischi.

Napolitano – al di là delle beghe nazionali che lo riguardano di cui non mi occuperò qui – ha fatto alcune considerazioni a livello europeo molto importanti e che avrebbero meritato maggiore attenzione. Su tutte il bisogno di cambiare marcia a livello europeo, passando dalle “decisioni intergovernative e accordi internazionali” a un “tracciato comunitario” – ovvero maggior poteri al Parlamento europeo e a quelli nazionali rispetto agli accordi presi dai governi nazionali in sede di Consiglio europeo. Personalmente ho trovato particolarmente interessante la parte in cui ha parlato del bisogno di “battaglie politiche, se non contro possibili ritorni di nazionalismi aggressivi, certamente contro persistenti egoismi e meschinità nazionali, contro ristrettezze di vedute, calcoli di convenienza e conservatorismi anacronistici, quotidianamente riscontrabili nelle classi dirigenti nazionali”.

Un discorso che non avrebbe messo Napolitano al riparo da quale critica, come quando ha detto che “non regge più una politica di austerità ad ogni costo”, ma come, non lo ha voluto lui il governo Monti? Eppure a passare sono stati i fischi e slogan della Lega.

Ancora una volta l’effimero, la pernacchia, la sterile protesta – mediaticamente ben studiata per carità – ha prevalso sui contenuti. La critica al discorso di Napolitano, anziché che alle parole è stata affidata ai fischi e alle urla. Una riflessione, a mio modesto avviso, dovrebbe farlo anche il mondo dell’informazione, cos’è che fa veramente notizia? Uno striscione o un’idea?

Il risultato è che gli italiani si ricorderanno unicamente della contestazione fatta a Napolitano, e non del suo discorso europeista, forse troppo lungo, a tratti criticabile, ma sicuramente pieno di spunti interessanti.

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