La Camera ha votato la fiducia posta dal governo Letta sul decreto Carceri. I sì sono stati 347, i no 200. Nei prossimi giorni dovrà tornare al Senato per la consultazione finale (scade il 21 febbraio). La seduta riprenderà domattina alle 9,30. Una volta esaminati e votati gli ordini del giorno, l’Aula di Montecitorio procederà al voto finale sul provvedimento.

Un’approvazione accompagnata da numerose polemiche e manifestazioni di dissenso nei banchi dell’opposizione. Il deputato Gianluca Buonanno della Lega ha depositato sul banco del governo davanti al ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri un paio di manette. La seduta è stata sospesa per qualche minuto. “La Giustizia in Italia va male”, ha detto, “Con questo provvedimento siamo al supermercato, fate il 3×2 sulla libertà dei delinquenti. Noi vogliamo che i delinquenti stiano in carcere e la gente stia tranquilla”. A quel punto, ha tirato fuori dalla tasca un paio di manette e le ha agitate in aria. E mentre la presidente Boldrini diceva: “Tolga quella cosa, la smetta!” e chiedeva l’intervento dei deputati questori, Buonanno ha lasciato il suo posto e lanciato le manette sul banco del governo, proprio davanti del ministro della Giustizia. Non è la prima volta che Buonanno si espone davanti ai colleghi con gesti di protesta: il 16 gennaio scorso si è presentato con il volto colorato di nero in segno di protesta contro “le troppe attenzioni ai rifugiati del ministro Kyenge”; il 23 dicembre invece l’onorevole si è presentato con un forcone di cartone in occasione del dibattito sul decreto Salva Roma.

Video di Manolo Lanaro

Semi-vuota l’Aula della Camera per le dichiarazioni di voto sulla fiducia al decreto Carceri. Molti assenti tra gli scranni occupati da FI e Ncd, ma anche tra quelli del M5s, che comunque erano i più numerosi in Aula. Dall’altro lato dell’emiciclo, a sinistra, i deputati Pd e Sel erano circa una trentina. I deputati della Lega hanno esposto anche dei cartelli con la scritta “no al salva mafiosi“. Dai banchi del Partito democratico durissima la contestazione ed il biasimo per i leghisti, mentre dai banchi del Movimento 5 Stelle si assistiva divertiti alla scena. Contestazioni però anche da parte dei deputati grillini che hanno tenuta alta con la mano una copia del regolamento di Montecitorio. Man mano che vengono chiamati dai segretari d’Aula per votare, sfilano davanti alla presidenza, dicono “no” e alzano il regolamento. Critici invece a parole gli onorevoli di Fratelli d’Italia: “Lo svuota carceri”, dice nel suo intervento Giorgia Meloni, “è l’ennesimo fallimento di questo Governo. Fratelli d’Italia non darà mai la sua fiducia su un provvedimento che sancisce la resa dello Stato, il quale sceglie di far pagare ai cittadini la sua totale incapacità nell’affrontare e risolvere i problemi, mettendo oltretutto a rischio la loro sicurezza e incolumità. Se è questo il Governo della responsabilità, capace di dare risposte coraggiose all’Italia, se tutto va bene, siamo rovinati“. 

Voto favorevole al decreto naturalmente dal Nuovo centrodestra, anche se non manca qualche perplessità. “Nonostante il nostro voto di fiducia – dice Pagano – non possiamo non sottolineare alcune criticità riscontrare nel corso dell’iter parlamentare. Mi riferisco, innanzitutto, alla parte relativa alla liberazione anticipata, che siamo riusciti ad evitare per i reati più gravi come, ad esempio, quelli legati a criminalità organizzata e terrorismo. Non avremmo potuto tollerare che esponenti di organizzazioni criminali riuscissero ad evitare il carcere grazie a misure di liberazione anticipata. Un’ingiustizia palese e intollerabile che il Nuovo Centrodestra ha evitato”. “Uguale compiacimento – spiega Pagano – esprimiamo per la mancata approvazione di quella norma che consentiva l’indennizzo di 100 euro al giorno per i detenuti in caso di violazione o ritardo da parte dell’amministrazione nell’esecuzione del provvedimento. Disposizione che avrebbe rischiato di danneggiare seriamente anche il bilancio dell’amministrazione penitenziaria. Ribadiamo quindi il nostro voto di fiducia al dl pur non condividendolo in toto”, conclude.

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