Come ben descritto su queste pagine, i giovani studenti dei Licei di Tivoli hanno scritto una lettera al ministro Bray che è un indignato grido di allarme, un appello, una viva coscienza  per una realtà che i “decisori” hanno tralasciato all’abbandono.

Gli studenti si alzano in piedi per difendere Villa Adriana che non è solo un luogo storico e paesaggistico, ma una meraviglia unica a cielo aperto e sotto gli occhi di tutti; anche di chi non è stato capace di intervenire per salvare e valorizzare questo immenso patrimonio culturale, vilipeso, in primo luogo, da scelte politiche ed amministrative insensate e disastrose.

Villa Adriana culla della civiltà romana, esempio di cultura che ci proviene dal passato di cui siamo tutti figli legittimi, rischia di perdere il Titolo di Sito Unesco con tutta la forza, l’esemplarità, l’importanza mondiale che deriva da questo privilegio che menziona una città tra le pagine più vive delle risorse d’arte, di storia e di paesaggio appunto planetari.

Un depauperamento causato dall’inerzia, conseguenza di una politica miope e vuota che ha favorito la cementificazione, l’incultura, la noncuranza, il degrado creando un castone di bassa lega per una gemma capace di splendere per millenni e di riemergere a poco a poco dall’oblio. 

“Non c’è nulla di più fragile dell’equilibrio dei bei luoghi” ci ricorda Marguerite Yourcenar che ha raccontato la bellezza della Villa attraverso le pagine lette da milioni di persone che hanno potuto “visitare” questo Patrimonio dell’Umanità anche attraverso l’immaginazione.

Quando le ragioni del cemento prevalgono sulla tutela dei luoghi dell’anima è compromessa l’idea stessa di futuro. Ecco perché occorre, come ci insegnano anche questi giovani fare squadra contro il degrado e contro gli specialisti del cemento costruttori di cubatore e distruttori di storia e paesaggi. A questo deve aggiungersi la possibilità di mettere in sicurezza l’attuale stato della Villa, al fine di evitare che il tempo e l’incuria possano mettere a rischio le delicate strutture uniche al mondo.

Così come non deve essere mai preclusa la possibilità di ulteriori scavi che stanno portando alla luce altri aspetti che ne arricchiscono la storia. Per non perdere mai anche un briciolo di memoria.

Finalmente dal mondo della scuola trova spazio la forza della cultura che emerge dalla voce degli studenti che esprimono le loro idee indipendenti e lontane da quelle politiche vuote, tutte tese ad un potere autartico che serve solo a rimpinguare le casse private attraverso scelte pubbliche mediocri riottose alla società e al bene comune.

Agire! Sono i giovani che lo chiedono, alzandosi in piedi, quali eredi di un futuro che il presente sta distruggendo prima di essere consegnato, anticipato tutto in un disegno che si cancella a poco a poco.

Questa volontà deve appartenere a tutti, non solo agli studenti a cui fa onore questa determinazione, per una ricostruzione non solo storica culturale e ambientale ma soprattutto sociale e valoriale.

E’ del tutto evidente che, aldilà degli schieramenti politici, si dovrebbe avvertire il bisogno di non rimanere inermi ad aspettare le altrui decisioni attraverso l’esigenza di una diffusa associazione civile che sappia contrastare gli esperti di tornaconti elettorali.

E’ necessaria, in questa circostanza, una forte e decisa azione popolare animata non da un impegno civile straordinario ma assolutamente spontaneo e naturale per difendere, anche per lo sviluppo del territorio, un luogo meravigliosamente culturale e con esso la stessa civiltà.

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