Sigaretta in bocca, bombetta e baffi eccessivamente paffuti, vestiti ancora stretti e corti: è Charlot nella sua prima apparizione della storia del cinema avvenuta il 7 febbraio 1914. Cento anni fa nasceva la maschera comica più celebrata e riconosciuta al mondo, grazie a Kid Auto Races at Venice, cortometraggio di nemmeno sette minuti, diretto da Henry Lehrman ma ideato e interpretato dallo stesso Charlie Chaplin.

Il primissimo “little tramp”, o “vagabando”, verrà riproposto, nella versione restaurata dal Laboratorio de L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna, in 70 sale di prima visione a partire dal lunedì 3 febbraio, e tutti i lunedì e martedì, fino al 25 febbraio, abbinato al lungometraggio La Febbre dell’oro, capolavoro del 1925 dove Chaplin/Charlot stremato dalla fatica e dalla fame si mangia una scarpa appena cotta con tanto di lacci che diventano spaghetti, e dove passa alla storia la straordinaria sequenza in cui l’attore inglese crea e interpreta l’indimenticabile danza dei panini. 

 La danza dei panini da La febbre dell’oro restaurato dalla Cineteca di Bologna

La distribuzione dei capolavori chapliniani voluti dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con Circuito Cinema, si inseriscono nell’iniziativa distributiva a livello nazionale dei dieci “magnifici” classici della storia del cinema iniziata a settembre scorso con titoli restaurati e rilanciati nelle migliori sale italiane come Il gattopardo di Luchino Visconti, Les Enfants du Paradis di Marcel Carnè, Roma Città Aperta di Roberto Rossellini, Hiroshima mon amour di Alain Resnais.

Il capitolo Chaplin di febbraio va a dare il via alle celebrazioni del centenario di Charlot che culmineranno in un convegno internazionale di massimi esperti dell’omino con la bombetta che si terrà a Bologna a fine giugno prima della 28esima edizione del Cinema Ritrovato dove verranno proiettati altre hit della sua filmografia. Parallelamente tra pochi giorni sarà in commercio il romanzo che Chaplin scrisse prima di girare Luci della ribalta, un inedito fino ad oggi conservato tra le memorie dei suoi familiari. ‘Footlights’, questo il titolo del volume ritrovato, fu scritto nel 1948, ed è il primo e unico caso in cui un film di Chaplin prenda inizialmente la forma di un vero e proprio testo letterario. Il film nato dal libro vedrà la luce solo quattro anni dopo, nel 1952.

Il nuovo restauro di Kid Auto Races at Venice, invece, restituirà per la prima volta la velocità corretta alle sue originarie immagini (non vedremo tutti andar di corsa com’è nel nostro immaginario del cinema comico muto costruito su errori di proiezione perpetuatisi nel tempo, ndr) e verrà arricchito dalla partitura dello stesso Chaplin restaurata dal maestro Timothy Brock.

Mentre con La Febbre dell’Oro possiamo rimmergerci agli albori della prima epoca d’oro di Charles Chaplin (1921-28) Le riprese iniziarono nella primavera del 1924 e durarono 14 mesi per una spesa che si aggirò attorno al milione di dollari e un guadagno di 5 – due andarono direttamente nelle tasche di Chaplin- . Gli sfondi naturali delle montagne del Nevada, campi di neve fatti di sale e montagne di gesso ricostruite in studio, dovevano sostituire lo scenario in cui si era svolto il tragico fatto di cronaca da cui Chaplin prese spunto per costruire la storia del film. Una vicenda di cannibalismo avvenuta nel 1847 durante la cosiddetta ‘febbre dell’oro’ quando un gruppo di oltre centocinquanta pionieri si smarrì tra le montagne della California e portò i 20 sopravvissuti a mangiare i cadaveri dei loro compagni per non morire di fame. 

Articolo Precedente

Film – Donne, psicofarmaci e vecchi merletti: benvenuti a Osage County

next
Articolo Successivo

Smetto Quando Voglio, l’Italia dei precari nella commedia di Sibilia

next