Lei si definisce una “animalista estremista”, una di quelle che  “ama gli animali più degli esseri umani”. Qualche giorno fa Patrizia Nassetti, che fin da ragazzina soffre di anoressia, ha sporto denuncia ai Carabinieri per omissione di soccorso contro l’azienda sanitaria (Ausl) di Bologna. “Nel maggio 2012 ho fatto richiesta di un farmaco a base di cannabis, perché quelli testati sugli animali non voglio usarli. Il Bedrocan, essendo distribuito solo in Olanda, va infatti richiesto direttamente dall’azienda sanitaria, così dice la legge. Ma nonostante la prescrizione medica da due anni non è stato ancora fatto niente”.

Patrizia, 57 anni per 39 chilogrammi, vive sui colli bolognesi in una grande casa comprata grazie al suo lavoro di agente immobiliare. “Solo dieci giorni fa ho avuto una sommaria risposta telefonica dall’azienda. Mi è stato detto – spiega la donna a ilfattoquotidiano.it – che la Regione Emilia Romagna non aveva dato il permesso. Hanno accampato anche dei problemi economici visto che un pacchetto costa 50 euro e il mio medico me ne ha ordinati 10. Ma li pago io, possono stare tranquilli”. Non esiste alternativa a quel farmaco? “L’unica alternativa legale per me sarebbe andare in farmacia, dietro prescrizione ospedaliera, e pagare 700 euro per una confezione di un altro farmaco a base di cannabinoidi. Invece il Bedrocan costa ‘appena’ 50 euro a pacchetto. Io ho una prescrizione di 10 confezioni, che mi dovrebbero durare per tre giorni l’uno. Ma, ribadisco, lo pago io”.

Patrizia non nasconde di fumare la cannabis da tempo e di fare infusi di questa sostanza . “Dopo che fumo allora smetto di vomitare e riesco a mangiare”. Ma ora è stanca di fare tutto in maniera illegale: “Sono stata costretta ad andare dai pusher. Ma ora per strada gli spacciatori vendono anche delle schifezze pericolose. Così è da otto mesi che non fumo niente e ho perso altri chili”. Per questo Patrizia ha deciso di sollevare un caso: “Il mio medico mi ha visitato qualche giorno fa e a quel punto lui stesso ha telefonato all’Ausl dicendo che se non si muovono io rischio di morire. Per questo ora ho sporto denuncia”.

Ora, dopo le prime chiamate dei giornalisti, qualcosa sembra che si stia muovendo. La politica invece è quasi tutta silente: “Non riesco a comprendere perché il progetto di legge rimanga arenato nei meandri di viale Aldo Moro. In numerose regioni sono già state attivate procedure simili per offrire cure efficaci ai malati”, ha dichiarato la consigliera regionale dell’Italia dei valori, Liana Barbati.

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