Lo Ior vuole ristabilire rapporti normali con le istituzioni finanziarie italiane dopo il congelamento delle relazioni stabilito dalla Banca d’Italia nel 2010 per le preoccupazioni legate al riciclaggio di denaro sporco. È quanto si legge in un lungo e dettagliato comunicato dell’Istituto per le opere di religione il giorno dopo il nuovo arresto di monsignor Nunzio Scarano, ex capocontabile dell’amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica. E proprio al sacerdote salernitano è dedicato un paragrafo del comunicato della banca vaticana nel quale si legge che “per quanto concerne le indagini sul caso che dal giugno 2013 vede coinvolto monsignor Scarano, lo Ior ha ordinato un’indagine interna dettagliata sui fatti e sulle circostanze intorno ai conti in questione e ha presentato gli esiti alle autorità vaticane di competenza. I conti sono stati congelati dalle autorità vaticane”.

Nella nota dello Ior sono descritti i passi compiuti in questi mesi per “allineare l’Istituto all’attuale legislazione vaticana in materia di lotta al riciclaggio del denaro”. Nel primo trimestre del 2013, il Consiglio di Sovrintendenza e la direzione dell’Istituto hanno deciso di esaminare scrupolosamente e di modificare l’assetto delle procedure relative alla lotta contro il riciclaggio del denaro, nonché di migliorare la trasparenza. Lo Ior, precisa sempre la nota vaticana, si è avvalso del supporto di operatori esterni per accelerare l’esecuzione dell’intero processo, articolato in nove filoni di intervento: adozione e ampliamento del manuale per la lotta al riciclaggio del denaro; potenziamento dei sistemi informatici; verifica dei dati dei clienti; esame forense delle transazioni; piano obbligatorio di formazione del personale; miglioramento del reporting all’Autorità di informazione finanziaria; sviluppo delle relazioni con le banche corrispondenti; ottimizzazione della gestione del rischio; e miglioramenti in fatto di trasparenza.

Alla fine dell’anno, stando ai dati forniti ufficialmente, lo Ior ha esaminato approssimativamente il 55 per cento di tutti i clienti (circa 10mila record di dati clientela) e ha preso contatto con tutti i soggetti per i quali il database non era completo. Nell’ambito di questo processo, l’Istituto ha dato la precedenza ai clienti più grandi e attivi. Si prevede che l’intero processo durerà fino alla fine della prima metà del 2014 e sarà oggetto di valutazione nel corso dell’imminente ispezione dell’Autorità di informazione finanziaria.

La banca vaticana ha aggiornato, inoltre, le sue linee guida relative alle categorie di clienti. Essi sono: istituzioni cattoliche, ecclesiastici, dipendenti o ex dipendenti dello Stato della Città del Vaticano titolari di conti per stipendi e pensioni nonché ambasciate e diplomatici accreditati presso la Santa Sede. Attualmente, le istituzioni rappresentano l’85 per cento circa degli asset dello Ior. Le relazioni con i clienti che non rientrano nelle categorie stabilite saranno chiuse sotto l’attenta supervisione dell’Aif. “Si tratta – precisa il comunicato vaticano – di un processo operativo continuo, che non va confuso con la conclusione o la sospensione di rapporti con i clienti per sospetta violazione delle norme contro il riciclaggio del denaro. Queste ultime misure, infatti, sono e resteranno prerogativa esclusiva della supervisione e delle autorità giudiziale vaticane”. Lo Ior pubblicherà il suo secondo rapporto annuale intorno alla metà del 2014.

Twitter: @FrancescoGrana

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