Il titolo non lascia spazio a interpretazioni. “16 anni e incinta” è un reality che racconta nel dettaglio le gravidanze di ragazze adolescenti, dagli ultimi mesi della gestazione al parto, fino alle prime settimane di vita del bambino. In onda dal 2009 su Mtv Usa con il titolo “16 and pregnant”, dallo scorso 25 settembre il reality è sbarcato anche su Mtv Italia: protagoniste della prima stagione sono sei ragazze, che stanno affrontando una gravidanza tra i 15 e i 19 anni di età. Il programma in Italia è piaciuto – la rete ha mandato in onda anche le repliche e la pagina Facebook ha oltre 13.200 “like”– ma negli Stati Uniti si è andati oltre: lì il reality, secondo una ricerca del National bureau of economic research pubblicata dal New York Times, avrebbe addirittura contribuito a ridurre l’incidenza delle gravidanze precoci.

Un esempio di “buona televisione”, in grado di modificare in meglio le abitudini degli spettatori? La ricerca di Melissa S.Kearney e Philip B.Levine, dal titolo “Media influences on social outcomes – The impact of Mtv’s ‘16 and pregnant ‘on teen childbearing” (Influenza dei media sulla società – L’impatto di “16 anni e incinta” sulle gravidanze adolescenziali) sostiene che in Usa il tasso di nascite da madri teenager si è ridotto del 5,7% nei primi 18 mesi successivi alla messa in onda del programma. Questo, scrivono i due ricercatori, “in particolare perché la visione del reality ha portato a un aumento delle ricerche su internet e sui social network a proposito di argomenti come l’uso dei contraccettivi e la pianificazione delle nascite“. Guardare in tv le storie delle coetanee incinte, con tutte le conseguenze delle loro gravidanze inattese – studi interrotti, genitori ostili, problemi di salute ed economici – avrebbe portato le adolescenti statunitensi a una maggiore consapevolezza.

Lo studio ha preso in esame le statistiche sulle nascite e le rilevazioni Nielsen sugli ascolti televisivi: incrociando i dati, è emerso che il tasso di gravidanze precoci è diminuito più velocemente nelle aree del Paese in cui gli ascolti di Mtv tra i teenagers erano più alti. A supporto della loro tesi, i due ricercatori hanno poi dimostrato che il numero di post sui social media e di ricerche internet a proposito di argomenti come il sesso sicuro e la contraccezione era aumentato sensibilmente durante gli orari di trasmissione di “16 and pregnant”. Per Antonella Di Lazzaro, vicepresidente Mtv brand per Viacom international media networks Italia, “’16 anni e incinta’ è un docu-reality che tratta un tema attuale, interessante e certamente delicato. L’obiettivo del programma è sempre stato quello di raccontare storie autentiche, mostrando al pubblico cosa vuol dire per una ragazza di 16 anni diventare madre”. E il pubblico ha apprezzato: “In tutti i Paesi in cui è stato trasmesso, il programma ha riscosso un grande successo di ascolti e generato dibattito sui social network. Ha aperto la discussione sul tema e penso sia questo il punto fondamentale – ha aggiunto – Rendere questi temi accessibili a tutti significa, infatti, generare una profonda consapevolezza di cosa implichi diventare genitori in giovane età”.

E in Italia? “Il nostro Paese – ha spiegato Di Lazzaro – è stato il primo a proporre una versione locale del format americano. Il gradimento del pubblico è stato altissimo e trasversale a tutte le fasce d’età: da parte nostra, nel preparare la versione italiana della serie siamo stati molto attenti a garantire l’assoluta autenticità delle storie e un equilibrio di fondo. Non volevamo – ha aggiunto la manager – evidenziare l’eroismo delle giovani madri, né omettere di sottolineare come un evento del genere trasformi la vita delle ragazze, la loro relazione con la famiglia di origine e con il padre del bambino”.

La chiave è proprio l’autenticità del racconto: “Proprio in virtù di questo crediamo che il programma, in alcuni casi, possa essere molto funzionale ad avviare un confronto su temi difficili da affrontare e sui quali c’è poca informazione. A questo proposito, sul sito mtv.it abbiamo collegato alla serie una sezione sviluppata in collaborazione con Aispa, l’associazione italiana di sessuologia e psicologia applicata, in cui sono stati approfonditi i temi trattati nelle puntate rispondendo anche alle domande del pubblico”.

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