Il ciclismo italiano colpito dall’ennesimo caso di doping. Al centro della vicenda, stavolta, è finito il veneto Alessandro Ballan, campione nel mondo a Varese nel 2008. Il Tribunale nazionale antidoping (Tna) gli inflitto una squalifica di due anni, in relazione all’inchiesta della procura di Mantova che riguarda le vicende della farmacia di Mariana Mantovana e del farmacista Guido Nigrelli. Per quest’ultimo è arrivata, invece, l’inibizione a vita. Al medico Fiorenzo Egeo Bonazzi sono stati inflitti quattro anni di inibizione, non essendo tesserato come Nigrelli.

Tutti e tre sono stati condannati al pagamento delle spese del procedimento e, in particolare, all’atleta è stata comminata una sanzione economica di 2mila euro. Il ciclista è stato giudicato colpevole di aver violato l’articolo 2.2 del codice Wada (uso o tentato uso di una sostanza vietata o di un metodo proibito, ndr) sulla base degli atti trasmessi dalla procura di Mantova. L’accusa nei confronti dell’atleta di Castelfranco Veneto è quella di aver praticato delle autoemotrasfusioni di sangue. La sua difesa si era basata sull’essersi sottoposto solamente ad ozonoterapia per recuperare più velocemente da un’epatite acuta. Per Ballan, classe 1979, questa squalifica potrebbe significare la fine della carriera. Al termine dell’udienza, il ciclista si era detto fiducioso in attesa della sentenza ma non aveva voluto parlare del suo futuro. 

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