A Milano il numero delle immatricolazioni delle automobili in 4 anni è sceso del 43%. Certo la crisi c’ha messo del suo, ma senza una alternativa valida quanti milanesi avrebbero rinunciato alle quattro ruote? Numeri imponderabili, quello che invece si può misurare è il numero di interventi messi in campo in questi anni dal Comune nella lotta al traffico e allo smog: un efficace mix di incentivi e disincentivi che giustifica il crollo delle immatricolazioni.

L’ecopass prima, l’area C dopo hanno ristretto una parte di città dall’assalto delle auto. Interventi timidi o no, sono stati comunque un passo coraggioso (e per alcuni fastidioso) che ha modificato le abitudini di spostamento di pendolari e residenti. Il crescente numero di abbonamenti venduti dall’azienda di trasporto pubblico di questi anni lo dimostra. Tuttavia bisogna tenere alta la guardia: l’aumento delle tariffe deciso a settembre ha portato a una inversione di marcia significativa con una perdita di abbonati Atm pari al 25/30%. Difficile stabilire se quei pendolari siano ritornati all’uso dell’auto (forse sì visto il traffico da paura di dicembre), ma questa rappresenta comunque una conseguenza da non sottovalutare. Puntare sul mezzo pubblico deve essere conveniente, se percepito solo come ‘etico’ non motiva il consumatore all’acquisto, potremmo dire saccheggiando dalle teorie di marketing.

Il bike sharing prima (voluto da Letizia Moratti), il car sharing dopo (incoraggiato da Pisapia) sono stati forse il successo più visibile e concreto delle politiche di mobilità attuate in questi anni. Lo dimostrano i numeri di abbonati e di utilizzatori. E hanno aperto un mercato nuovo e redditizio che conviene a tutti: al Comune che incassa 2,75 milioni l’anno per i diritti, agli operatori che affittano i loro mezzi (nel car sharing fra pochi mesi saranno ben 6, più che a Parigi o Berlino), ma anche ai fruitori che si muovono risparmiando sui costi legati al possesso dell’auto.

Capitolo metropolitane. E’ fissata per il prossimo 10 febbraio l’inaugurazione di due fermate della nuova linea ‘lilla’. Adesso però non bisogna frustrare tutti quelli che sperano nella quarta linea, accelerando per il suo varo ‘a prescindere’ da Expo. Perché il mondo non finisce nel 2015. L’annuncio della pedonalizzazione di importanti arterie della città, come piazza Castello, poi possono aiutare il commercio anziché scoraggiarlo. A differenza di chi transita in auto, chi passeggia si ferma a guardare le vetrine. Lo sanno bene in via Dante (via di collegamento fra piazza Castello a piazza Duomo) che di giorno è una delle vie più dinamiche e frequentate della città.

E i risultati si vedono. Nel 2013 a Milano la qualità dell’aria è migliorata con ‘soli’ 80 sforamenti del limite dei 50 microgrammi per metro cubo (erano 163 nel 2002). Milano ha avuto coraggio e ha investito sul suo futuro. Le altre città italiane?

MANI PULITE 25 ANNI DOPO

di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ Acquista
Articolo Precedente

L’imprenditorialità che può battere la crisi

next
Articolo Successivo

Nomine pubbliche, l’unica rottamazione che non comincia mai

next