I finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato l’imprenditore calabrese Pasquale Capano, collegato alla ‘ndrangheta e ad ambienti della criminalità romana (banda della Magliana e clan Casamonica). L’uomo, attraverso l’utilizzo di società intestate a prestanome, ha posto in essere una serie di investimenti nel settore turistico immobiliare agevolando il clan ‘ndranghetista Muto di Cetraro (Cosenza), tant’è che i beni e le aziende erano già stati oggetto di sequestro nel tempo. Durante le perquisizioni le Fiamme Gialle hanno rinvenuto nel computer dell’imprenditore una lettera indirizzata ad altro pregiudicato, una vera e propria lezione secondo il ‘codice mafioso‘ in cui si sottolineava anche come “l’affiliazione ‘ndranghetista fosse una vera e propria scelta di vita“. “La prima cosa che mi è stata spiegata – si legge nella email – nelle prime frequentazioni di alcuni ambienti è stata la differenza fra concetto di amicizia e fratellanza. Infatti l’amicizia è espressione di una frequentazione abituale, la fratellanza rappresenta un legame. E’ proprio su questo principio – continua – che è stato concepito il rituale iniziatico di accettazione e ingresso nella sacra famiglia e onorata società, radicato nella storia antica della nostra terra d’origine, la Calabria”

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