Come aveva mirabilmente tratteggiato George Orwell in ‘1984‘ la storia viene continuamente riscritta da chi detiene il potere, certo la Rai ha un potere relativo, ma comunque per quanto le è possibile un certo peso nel riscrivere la storia lo ha avuto in concessione. L’ultimo caso è ‘Gli anni spezzati‘ che Rai1 ha mandato in onda martedì 7 e mercoledì 8 gennaio. È la storia delle bombe nella Banca nazionale dell’agricoltura di Milano il 12 dicembre 1969.

Un tema che ha riempito pagine e pagine di giornali, riviste, libri e anche qualche pellicola come ‘Romanzo di una strage‘ di Marco Tullio Giordana. Ma criticare il film di Giordana era possibile perché aveva una certa consistenza sia artistica sia storica (anche se discutibile) mentre per la miniserie televisiva non è possibile tanta è l’inconsistenza storica e artistica.

Con alcune cose veramente buffe. Un esempio? L’anarchico Giuseppe Pinelli è interpretato da un attore senza baffi e barba, mentre come potete vedere nella foto e come è in tutte le immagini che lo riguardano in quegli anni Pinelli è tutt’altro che glabro.
Insomma. Il tentativo di riscrivere la storia mostra una tale povertà artistica e intellettuale che anche criticare diventa proprio difficile.

E poi, così come aveva fatto Giordana, il tentativo di rivalutare il commissario Calabresi mostra tutta la sua inconsistenza. E sempre sul commissario Calabresi, nei miei personali ricordi, non è quell’uomo tormentato da dubbi o dalla ricerca della verità. È quello che, durante un sit-in vicino al carcere di San Vittore per chiedere la liberazione degli anarchici arrestati per le bombe del 25 aprile a Milano, sento gridare a Pinelli: «Te la faremo pagare». Solita intimidazione di un poliziotto verso un anarchico che non vuole collaborare? Forse. Però quella frase, dopo quello che è accaduto, sembra quasi una profezia. 

 

 

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