Tre banche svizzere su quattro sono dell’avviso che lo scambio automatico di informazioni si imporrà quale standard internazionale, la metà ritiene perfino che esso sarà già presto realtà. E’ quanto emerge dall’ultimo barometro delle banche elvetiche curato dalla società di consulenza e di revisione Ernst & Young. “Tenendo conto del passato recente questo risultato così chiaro stupisce e rappresenta un punto di svolta storico. Evidentemente le banche hanno dovuto riconoscere che le alternative proposte finora non sono state comprese o accettate dai paesi partner”, afferma Patrick Schwaller, managing partner FSO Assurance presso Ernst & Young Svizzera, in una nota.

Gli sviluppi attuali inerenti al segreto bancario e alla trasparenza fiscale vengono valutati sempre più negativamente dai 120 istituti (fra loro non figurano le due grandi banche) interrogati in dicembre. Il 57% (51% un anno prima) si attende conseguenze negative o piuttosto negative per la piazza finanziaria elvetica. Il 73% considera inoltre chiaramente sfavorevole la prevista soluzione con gli Stati Uniti. Secondo Schwaller ciò non è dovuto primariamente alle possibili multe ma ai maggiori oneri nella preparazione e consegna dei dati richiesti. Quanto alla nuova regolamentazione dei mercati dell’Unione europea MiFID II, il 79% delle banche teme un accesso nettamente più difficile al mercato comunitario.

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