Il 5 gennaio del 1984 la mafia ammazzava il giornalista Giuseppe Fava, detto Pippo, direttore della rivista i Siciliani. Per il suo assassinio, dopo un lungo e tortuoso percorso, furono condannati all’ergastolo Nitto Santapaola,  Aldo Ercolano, Maurizio Avola. Era diventato un bersaglio perché non aveva mai rinunciato ad illuminare le oscurità, ad indagare l’apparente “Normalità” delle connessioni tra mafia, affari e politica.

Come Peppino Impastato era odiato perché non smetteva mai di scrivere, lottare, urlare contro il degrado etico e politico. Era uno che “non voleva farsi gli affari suoi” come dicevano e dicono gli uomini del disonore, di ieri e di oggi. La sua morte fu accolta come una liberazione da chi sperava di aver definitivamente sepolto un “rompiscatole” e di aver dato l’esempio ad eventuali imitatori. Per fortuna gli imitatori non sono mancati e ancora oggi coltivano il “vizio della memoria” e non solo ricordano Pippo Fava, ma tentano di  tenere in vita quella esperienza, basterebbe ricordare, tra gli altri, i nomi di Riccardo Orioles o di Antonio Roccuzzo che hanno un loro blog sul Fatto; per non parlare del figlio Claudio, giornalista, autore, politico, da sempre in prima linea nella lotta contro la mafia ed i comportamenti mafiosi.

Nei prossimi giorni, il 4 e 5 gennaio, Pippo Fava sarà ricordato ovunque, ma soprattutto a casa sua, nella sua terra.

Così il 4 gennaio a Palazzolo Acreide, Siracusa, suo paese natale, il comune, diverse associazioni, il coordinamento Pippo Fava, daranno il premio: “Niente altro che la verità” a Ester Castano, la cronista di Sedriano che ha denunciato la presenza della ‘ndrangheta al Nord, subendo, per le sue inchieste, intimidazioni, campagne diffamatorie, querele temerarie, ma alla fine quel comune è stato sciolto per infiltrazioni mafiose, dando così ragione alla “rompiscatole”.

Alla cerimonia sarà presente anche il giudice Nino Di Matteo, da tempo nel mirino delle mafie, un altro che preferisce servire lo Stato, piuttosto che servirsi dello Stato. La sera del 4 gennaio il teatro Stabile di Catania metterà in scena una lettura tratta dalle opere del giornalista. Il 5 gennaio la Fondazione Fava, nella quale operano anche i figli di Pippo, Elena e Claudio, premierà il giornalista Maurizio Chierici per la sua lunga di attività di cronista, sempre impegnato nella  ricerca di una verità nei tanti misteri irrisolti della storia nazionale e non solo.

La sera del 5 gennaio, il direttore di Rai3 Andrea Vianello ha deciso di trasmettere in prima serata il docufilm I ragazzi di Pippo Fava, di Antonio Roccuzzo e Gualtiero Pierce, regia di Franza De Rosa, interamente dedicato alla esperienza dei Siciliani, a quella straordinaria avventura politica, civile, professionale ed umana raccontata, in modo lieve ed ironico, dallo stesso Roccuzzo nel suo romanzo Quando l’orchestra a suonava…

Quelli che lo hanno ammazzato forse non avevano previsto che, a trent’anni dal  delitto, alcuni di loro sarebbero stati in galera e molti dei loro nomi cancellati dal tempo e dalla vergogna; mentre migliaia e migliaia di donne e di uomini non hanno ancora dimenticato le azioni e le parole di Pippo Fava: “A che serve vivere se non c’è il coraggio di lottare?”.

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