Uno stipendio che si moltiplica con un “giochetto di prestigio”. Forse pure una scorta personale pagata con soldi pubblici. Il Comune di Bari mette sotto accusa la gestione dell’ex amministratore unico di Aeroporti di Puglia, Domenico Di Paola. E non si tratta di un dirigente qualsiasi: Di Paola è anche il candidato sindaco del centrodestra per le prossime elezioni amministrative. Allo stato attuale, il nome più importante per la successione di Michele Emiliano. Ma proprio con il sindaco attuale lo scontro è ormai totale. “E’ inadatto a ruoli istituzionali”, afferma Emiliano. “Getta fango su di me per coprire il suo fallimento”, replica Di Paola.

Della vicenda dei super compensi in AdP (società per azioni detenuta principalmente dalla Regione, e partecipata – seppur in minima quota – anche dal Comune di Bari, nda) si parla da giorni. Stamattina Emiliano ha convocato una conferenza stampa per l’affondo definitivo: per dimostrare, carte alla mano, come e perché lo stipendio dell’ex amministratore abbia potuto raggiungere la cifra di 470mila euro lordi l’anno (un compenso, tanto per fare un esempio, superiore a quello percepito dal presidente degli Stati Uniti, Barack Obama).

“Era il 2004 – ha ricostruito Emiliano – quando, sotto il mandato dell’ex governatore Raffaele Fitto, a Di Paola venne assegnato l’incarico supplementare di responsabile della sicurezza di AdP, con compenso onnicomprensivo di 70mila euro l’anno”. Un provvedimento già discutibile per il primo cittadino, secondo cui il controllato (l’amministratore unico) non avrebbe dovuto ricoprire anche il ruolo di controllore. Ma il “fattaccio” si verifica in seguito. “Nel verbale dell’assemblea del 2007 il compenso diventa all’improvviso di 70mila euro l’anno, ma per aeroporto”. Che, moltiplicato per le quattro strutture di Bari, Brindisi, Foggia e Grottaglie, fa 280mila euro l’anno, da sommare ai 190mila euro di stipendio di amministratore. A questo, poi, si aggiunge il sospetto (“che verificheremo presto”, spiega il sindaco) di una scorta personale pagata con i soldi dell’azienda.

La replica del diretto interessato non si è fatta attendere. “Sono indignato. I verbali documentano le decisioni dell’assemblea su quei compensi, che non mi sono certo attribuito da solo. Chi oggi dice il contrario dice una menzogna”, ha dichiarato Di Paola in un’altra conferenza stampa convocata d’urgenza nel pomeriggio e che rilancia la polemica. Ma del resto da Emiliano in mattinata erano arrivati pesanti giudizi politici, persino etici. “Di Paola ha violato il rapporto fiduciario con le istituzioni. Una persona del genere non può amministrare una struttura delicata come Aeroporti di Puglia”. Il retropensiero di Emiliano, va da sé, è che lo sia ancor meno per diventare il sindaco di Bari, a questo punto.

Già, perché Di Paola, sceso in campo con una propria lista civica (Impegno civile), a dicembre è diventato il candidato ufficiale di Forza Italia. Ma inizialmente si era parlato anche di un appoggio al suo nome da parte del centrosinistra. Neanche due mesi fa lo stesso Emiliano lo aveva invitato su Twitter a partecipare alle primarie del Pd. La situazione adesso è radicalmente cambiata, Emiliano lo attacca frontalmente. E non si limiterà alle parole: “Il Comune – ha annunciato – chiederà nelle sedi opportune a Di Paola di restituire i soldi percepiti indebitamente”. Il sindaco ha fatto anche chiari riferimenti alle indagini che la magistratura potrebbe aprire. “Un simile aumento dello stipendio dell’amministratore doveva passare da una discussione assembleare. E tutte le persone con cui ho parlato (ha citato i nomi del delegato del Comune Martinelli, e dell’ex presidente della provincia di Brindisi Michele Errico, nda) escludono categoricamente che questa discussione ci sia stata. Se una prova testimoniale accerterà che il provvedimento è stato approvato grazie ad un ‘giochetto’ nei verbali siamo nel campo del falso ideologico”.

Le conferenze odierne non sciolgono tutti gli interrogativi: resta il dubbio che qualcosa in quelle carte effettivamente non torni. “Sono sereno e trasparente: ha sempre deciso il consiglio, se vogliono promuovessero un’azione di responsabilità“, taglia corto Di Paola. Forte, però, è anche il sospetto che la tempistica della vicenda non sia casuale. A Bari la campagna elettorale è ufficialmente cominciata. E potrebbe dover convivere col paradosso di un Comune in guerra aperta con uno dei principali candidati a diventare il prossimo inquilino di Palazzo di Città.

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