Il ministero della Difesa dell’India ha annunciato di aver accettato la richiesta di AgustaWestland, controllata di Finmeccanica, per un arbitrato riguardante la cancellazione della fornitura di 12 elicotteri. Un comunicato di Nuova Delhi dunque conferma le notizie dei giornali indiani che parlavano di cancellazione della commessa. Certo, resta il problema che da economico (per la possibilità che svanisca un affare da 560 milioni di euro) diventa anche politico e tutto italiano. Il responsabile economico di Scelta Civica Gianfranco Librandi infatti chiede ora le dimissioni del ministro della Difesa italiano, Mario Mauro: “Si tratta di un danno economico e di immagine. Ci faccia lui un regalo vero: si dimetta”. L’origine di tutto il pasticcio sono le accuse secondo le quali il gigante italiano della Difesa avrebbe pagato tangenti ad alcuni contatti indiani per avere garanzie del successo dell’accordo. L’ex presidente di Finmeccanica Giuseppe Orsi è a processo in Italia per il suo presunto ruolo in questo scandalo corruzione. Nel caso è coinvolto anche l’ex capo dell’aviazione indiana, S.P. Tyagi, sul quale stanno anche indagando le autorità indiane.

“Il governo dell’India – si legge nel testo integrale del comunicato – ha cancellato con effetto immediato l’accordo firmato con AgustaWestland International l’8 febbraio 2010 per la fornitura di 12 elicotteri VVIP/VIP con la motivazione della trasgressione del Patto precontrattuale di integrità e dell’Accordo stesso con Awil”. “Suffragato dall’opinione ricevuta in precedenza dalla Procura generale dell’India – prosegue il testo – il governo ha espresso l’opinione che le questioni legate all’integrità delle parti non siano soggette ad arbitrato”. “Comunque – si dice infine – Awil ha a suo tempo spinto per un arbitrato e designato un arbitro per la sua parte. Il ministero della Difesa ha nuovamente consultato il Procuratore generale. Nella prospettiva di salvaguardare gli interessi del governo, il ministero della Difesa ha nominato l’ex giudice della Corte Suprema B.P. Jeevan Reddy come arbitro per la sua parte”. AgustaWestland aveva in effetti annunciato il 20 novembre scorso di aver nominato come suo arbitro l’ex giudice della Corte Suprema ed ex presidente dell’Alta Corte del Kerala, B.N. Srikrishna. “Si tratta – aveva precisato in un comunicato – di un giurista molto conosciuto di esperienza e reputazione impeccabili”. L’India ha ricevuto tre elicotteri e poi ha fermato le consegne dei restanti 9. L’arbitrato internazionale può ora riaprire l’intero dossier. 

Mentre Finmeccanica risponde di non sapere nulla e ribadisce la “correttezza dei propri comportamenti” e che “intende in ogni caso far valere le proprie ragioni in ogni sede competente”, a finire sotto osservazione è il ministro della Difesa Mario Mauro. Ad attaccarlo è un suo ex collega di partito, Gianfranco Librandi, deputato di Scelta Civica: “Complimenti! Bravo Mario Mauro… Davvero un bel regalo di inizio anno! Invece di andare in giro a spender soldi e a far campagna elettorale pro domo sua sarebbe stato meglio si fosse occupato da vicino di questa vicenda che riguarda l’India e l’annullamento della commessa di elicotteri alla AugustaWestland per un danno di 560 milioni di euro alle impresa Finmeccanica. Si tratta di un danno economico e di immagine. Ci faccia lui un regalo vero: si dimetta”. Le ruggini naturalmente sono anche di altro tipo in questo caso. Mauro ha infatti di recente lasciato il partito di Mario Monti per fondare i Popolari per l’Italia con altri parlamentari eletti con le liste del Professore per avvicinarsi all’Udc di Casini. 

Per Daniela Santanchè, invece, la colpa è dei magistrati. “Ecco il risultato della spettacolarizzazione delle inchieste – dice – quanto presunti mostri vengono sbattuti in prima pagina, poi ci sono ripercussioni di immagine che arrivano a danneggiare il nostro paese anche a livello internazionale. Questa decisione dell’India la dice lunga sulla necessità di normare al più presto un settore che pare pervaso dall’anarchia. Nessuno pagherà per i danni economici inflitti al nostro Paese, nè per il danno internazionale di immagine. Riformare la giustizia è diventato una emergenza nazionale. Questi sono problemi che un governo che abbia a cuore gli interessi dell’Italia non può far finta di non vedere”. 

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