Ha postato su Facebook una foto che la ritrae con in mano un cartello a favore della ricerca scientifica sugli animali, e un respiratore che le copre la bocca. Perché lei, Caterina Simonsen studentessa di Veterinaria all’Università di Bologna di 25 anni, è colpita da 4 malattie generiche rare. E se è ancora in vita – dice – è grazie alla “vera ricerca, che include la sperimentazione animale”, “altrimenti sarei morta a 9 anni”. Ma questo ringraziamento ha scatenato la rabbia di alcuni animalisti in rete. La foto, pubblicata sul profilo personale della ragazza e su quello del gruppo “A favore della sperimentazione animale”, è stata bersagliata da “30 auguri di morte e 500 offese”. “Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un’egoista come te”, scrive Giovanna. “Se crepavi anche a 9 anni non fregava nulla a nessuno, causare sofferenza ad esseri innocenti non lo trovo giusto”, è il messaggio di Valentina. Si associa Mauro: “Per me potevi pure morire a 9 anni, non si fanno esperimenti su nessun animale, razza di bestie schifose”.

Ma la posizione di Caterina riceve anche più di 13mila “mi piace” e quasi 3mila condivisioni. La ragazza padovana con due video ha spiegato le sue ragioni a chi la ha attaccata. E ha lanciato un appello al Partito animalista europeo, alla Lega antivivisezione (Lav) e all’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, affinché si dissocino dagli auguri di morte e prendano provvedimenti. Il segretario del Partito democratico Matteo Renzi ha rilanciato con forza le ragioni della ragazza stigmatizzando gli attacchi: “Ho visto il suo video e voglio dirlocon tutta la mia forza: io sto con Caterina“. 

La 25enne ha raccolto le frasi offensive e ha consegnato tutto il materiale alla polizia postale, con nomi e cognomi degli autori dei post. “Non capisco il perché di tanta cattiveria”, replica la giovane. “Loro non sanno chi sia io, cosa faccia io, e probabilmente sono così ingenui da non sapere che tutti i farmaci che prendono, che danno ai loro figli e che danno ai loro animali sono stati testati sugli animali”. Perché è questo che prevede la legge in attesa di metodi alternativi altrettanto validi, precisa la ragazza prima di raccontare come si convive con le patologie di cui soffre. 

Ma la vicenda riapre il dibattito tra chi è a favore e chi è contro le sperimentazioni scientifiche su cavie animali (leggi). “E’ una vergogna quello che sta succedendo a Caterina. Non è ammissibile che persone disinformate e prepotenti si permettano di minacciare e augurare la morte a una persona gravemente malata”. Dario Padovan, presidente di Pro-Test Italia, interviene a difesa della ragazza. “Caterina, inoltre – continua Padovan – è un esempio di grande rispetto e amore per gli animali: è vegetariana e studia Veterinaria. Nonostante questo, è perfettamente conscia della necessità della sperimentazione animale nell’ambito della ricerca biomedica. Chiediamo pertanto – conclude il numero uno di Pro-Test Italia, unendosi all’appello della giovane – che le associazioni animaliste prendano pubblicamente le distanze da questi comportamenti vergognosi e incivili di chi si professa sostenitore della loro stessa causa”.

Ma adesso, dopo che sulla storia di Caterina si sono accesi i riflettori dei media, la stessa ragazza lancia un appello sempre su Facebook, rivolto soprattutto ai giornalisti:  ”Io sono ricoverata perché sto male. Non è il momento per interviste. Poi, comunque, la mia idea l’ho espressa in tre video. Per cui gradirei, almeno per adesso, di non essere disturbata. In questo momento vorrei visite solo di amici veri. Pace e bene, migliori auguri a tutti”. Interviene anche la madre: “E’ un momento difficile, abbiamo un sacco di cose da fare e certo questa vicenda non facilita le cose”. E un abbraccio alla ragazza arriva dall’Università di Bologna. Il direttore del dipartimento di Medicina veterinaria Pier Paolo Gatta l’ha contattata per esprimerle tutta la solidarietà e l’affetto dell’ateneo bolognese. “Le offese e le minacce – ha detto il professor Gatta – sono da respingere nel modo più categorico. Innanzitutto vogliamo fare sentire a Caterina la nostra solidarietà e la nostra vicinanza, anche perché lei sta vivendo una vita difficile”.

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