Prezzi scontati fino al 70%, ma per poter comprare bisogna essere poveri. Ha aperto lo scorso lunedì il primo “supermercato sociale” del Regno Unito. Nella cittadina di Goldthorpe, nello Yorkshire, il “Community shop” offrirà a persone che già vengono aiutate dal welfare britannico prodotti a prezzi scontatissimi, tutta merce che non può essere venduta per questioni di packaging difettoso, errori di etichettatura oppure perché troppo vicina alla scadenza.

Il supermercato è stato fondato da Company Shop, una società che – così come viene fatto in tanti altri Paesi, Italia inclusa – collabora con le catene commerciali per ridistribuire alle associazioni di volontariato che lottano contro la povertà prodotti e merce non più vendibile. Ora, appunto, il primo esperimento di vendita diretta, per poter essere clienti bisognerà però iscriversi – gratuitamente – ed essere già beneficiari degli aiuti di Stato. Non solo vendita di prodotti, tuttavia. Il supermercato avvierà a breve anche un progetto di piccoli prestiti, corsi di cucina ed economia domestica e corsi su come gestire al meglio le proprie e spesso limitate finanze.

Intanto, dai dati dell’ufficio nazionale di statistica britannico, emerge un Regno Unito sempre più spaccato a metà. Dall’inizio della crisi nel 2008, se il reddito dei pensionati è cresciuto del 5,1%, il potere d’acquisto delle giovani generazioni è calato del 6,4%. E, in generale, sempre dall’inizio della crisi, il reddito medio delle famiglie, rapportato all’inflazione, è diminuito del 3,8%. A tenere alti gli introiti dei pensionati è stato il settore privato, spesso aiutato da schemi pensionistici non pubblici. E la crescente povertà delle fasce giovani della popolazione si riflette anche in altri dati che fanno preoccupare. Così, degli oltre 50mila britannici che questo Natale ricorreranno a una banca del cibo, quasi la metà sarà composta da persone attorno ai 30 anni di età. Mentre, per quanto riguarda le aree di residenza, le giovani donne che vivono in aree povere presentano un tasso doppio di gravidanze rispetto alle loro coetanee che hanno la fortuna di vivere in zone a medio o alto reddito. Ma il Regno Unito si sta spaccando sempre più fra aree povere e aree ricche anche a causa dei tagli del governo.

I dati relativi alla spesa dei Comuni lo rivelano: le zone a più basso reddito hanno perso, in finanziamenti dallo Stato, 100 sterline in più ad abitante rispetto alle zone classificate a medio e alto reddito. L’austerity così picchia più forte proprio dove meno dovrebbe, un trend che non accenna a diminuire, se è vero che a fine 2013 ben la metà dei Comuni a basso reddito vedrà il proprio budget tagliato di un ulteriore 15%. Così, alle prossime elezioni generali del 2015, il finanziamento dallo Stato centrale sarà calato, dal 2008 anno dell’inizio della crisi, di quasi il 30%. Un taglio che si è anche fatto più forte nel nord dell’Inghilterra, area storicamente più povera rispetto al sud. E non è un caso se proprio a nord, nello Yorkshire appunto, ha preso piede il primo supermercato “sociale” del Paese. Del resto Sarah Dunwell, una delle manager della compagnia che sta dietro al Company shop, lo ha detto: “Tante, troppe famiglie stanno vivendo momenti veramente difficili. Molte persone hanno realmente bisogno di iniziative come questa”.

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