Il governo Letta sprizza un cinguettante coro di giubilo: arriva da Twitter il triplice e trionfale annuncio di Gaetano Quagliariello (”E una è andata: abolito il finanziamento pubblico ai partiti! Ora avanti con riduzione del numero dei parlamentari. Ecco i fatti”), Enrico Letta (“Avevo promesso ad aprile l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti entro l’anno. L’ho confermato mercoledì. Ora in Cdm manteniamo la promessa”) e Angelino Alfano (“In CdM abbiamo appena abolito il finanziamento pubblico ai partiti. Per decreto. Impegno mantenuto!”).

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La grande stampa riecheggia lo squillo di trombe dell’Esecutivo: Ansa titola “Cdm:Stop con i soldi ai partiti”, Repubblica “Abolito finanziamento pubblico ai partiti”, l’Unità “Letta: “Abolito il finanziamento pubblico ai partiti, ora tutto il potere in mano ai cittadini”. E via strombazzando.

Da non crederci. Finalmente i partiti hanno mollato il malloppo. Happy end.

O no?

Vito Crimi (Movimento 5 Stelle) spiega  nel dettaglio dove si annida la consueta turlupinatura e avverte:“Invito i giornalisti a leggere bene il ddl A.S. 1118 in discussione al Senato su abolizione finanziamento pubblico ai partiti”

Luigi di Maio, vicepresidente della Camera, riassume così la buggerata governativa: “Letta ha approvato un Decreto Legge sul finanziamento pubblico ai partiti che è uguale al testo porcata approvato dalla Camera qualche mese fa. Ovvero i finanziamenti, così come li conosciamo, se li pappano fino al 2017, poi mutano geneticamente per diventare corsi di formazione ai partiti e soldi per bollette e fitti (sempre con i soldi dei cittadini). A cui si aggiunge il 2 per mille. Per completare la scorpacciata.”

Il governo Letta non ha fatto altro che raccattare il testo del suddetto ddl e doparlo con la decretazione, una procedura d’urgenza spesso abusata in modo costituzionalmente dubbio.

Leggiamo il primo articolo (qui il Pdf con il testo integrale del ddl in questione):

Art. 1. (Abolizione del finanziamento pubblico e finalità)

1. Il rimborso delle spese per le consultazioni elettorali e i contributi pubblici erogati per l’attività politica e a titolo di cofinanziamento sono aboliti ai sensi di quanto disposto dall’articolo 14.

Il primo articolo, rimandando all’articolo 14, puzza subito di raggiro elucubrato da navigatissimi volponi. Vediamo un po’.

Art. 14. (Norme transitorie e abrogazioni)

1. I partiti e i movimenti politici ai quali, alla data di entrata in vigore della presente legge, è riconosciuto il finanziamento pubblico ai sensi della legge 6 luglio 2012, n. 96, e della legge 3 giugno 1999, n. 157, in relazione alle elezioni svoltesi anteriormente alla data di entrata in vigore della presente legge, il cui termine di erogazione non è ancora scaduto alla data medesima, continuano ad usufruirne nell’esercizio finanziario in corso e nei tre esercizi successivi, nelle seguenti misure:

a) nell’esercizio in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il finanziamento è riconosciuto integralmente;

b) nel primo, nel secondo e nel terzo esercizio successivi a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge, il finanziamento è ridotto nella misura, rispettivamente, del 25, del 50 e del 75 per cento dell’importo spettante.

2. Il finanziamento cessa a partire dal quarto esercizio finanziario successivo a quello in corso alla data di entrata in vigore della presente legge.

Basta leggere l’articolo 14 per comprendere come non è stato e non sarà abolito un bel niente, almeno per i quattro anni fiscali successivi alla data di entrata in vigore della legge (guarda caso, dopo mesi di ping pong in Parlamento, Letta sbaraglia tutti con la ruspa del decreto legge proprio a dicembre).

I partiti, gli stessi che hanno rifiutato a luglio la proposta di M5S per la sospensione dei pagamenti, continueranno quindi a ricevere soldi pubblici almeno fino al 2018.

Addirittura si parla della possibilità (art. 13) di raccolte telefoniche di fondi tramite sms. Sara Nicoli, giornalista de il Fatto Quotidiano ha già sottolineato le preoccupanti falle presenti sul fronte corruzione e lobby.

Ci siamo dilungati. Ringraziamo chi ha con pazienza letto tutto il post e dobbiamo chiedergli anche scusa, perché forse bastava alla bisogna un copia e incolla della potente sintesi di Andrea Scanzi: “Letta: “Abolito il finanziamento pubblico”. Io: quante cazzate che continuano a raccontarci.”

di Francesco Manna (@FrancescoLamana) e Annalisa Rossi (@Ciottolina000)

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