Il lancio della sonda lunare cinese Chang’e-3 è stato “un successo”, ha comunicato il centro di lancio per satelliti di Xichang. Zhang Zhenzhong, direttore del centro, ha dato l’annuncio lunedì mattina, dopo che il velivolo è entrato nell’orbita di trasferimento Terra-Luna e ha dispiegato i suoi pannelli solari. Chang’e-3 viaggia a bordo di un razzo vettore Lunga Marcia-3B, che è decollato dal centro di lancio situato nel sud-ovest della Cina all’1:30 di lunedì mattina. Il lancio è stato trasmesso da Cctv, la televisione ufficiale cinese.

L’ agenzia di stampa ufficiale Xinhua riporta che secondo il capo progettista della sonda, Sun Zezhou, il suo viaggio verso il satellite della Terra ha “una grande importanza scientifica ed economica”. “La missione ha contribuito allo sviluppo di una serie di tecnologie spaziali e alcune di esse possono essere applicate nel settore civile”, ha detto Sun. Si prevede che la sonda atterrerà sulla Luna a metà dicembre, per esplorarne la superficie e cercare risorse naturali. Quello cinese è il terzo programma lunare della storia, dopo quelli degli Stati Uniti e dell’ex Unione Sovietica negli scorsi decenni.

Per Pechino, il programma spaziale è anche un simbolo del proprio crescente status internazionale, dello sviluppo tecnologico ormai acquisito e, di conseguenza, del successo conseguito dal Partito comunista nel trasformare un immenso Paese un tempo povero in una superpotenza globale, nel giro di pochi anni. Tecnologia, economia e orgoglio patrio, dunque. La Cina dichiara di voler creare una stazione spaziale permanente entro il 2020, per poi mandare qualche umano sulla Luna. Dal 2003, Pechino ha già spedito 10 astronauti nello spazio e ha lanciato un modulo spaziale orbitante , il Tiangong-1. Ha inoltre inviato altre sonde Chang’e a orbitare attorno al satellite nel 2007 e nel 2010. La prima venne fatta intenzionalmente schiantare sula superficie lunare al termine della sua missione. I dati che raccolse furono usati per creare quello che Xinhua definì, nel 2008, “il più completo ologramma lunare fino a oggi”.

La seconda sonda fu lanciata per “verificare tecnologie chiave”, è orbitò attorno alla Luna, catturando immagini del sito di atterraggio in preparazione per Chang’e-3, la sonda lanciata oggi. Dopo aver completato questo compito proseguì poi il suo viaggio nello spazio profondo per monitorare un asteroide. L’intero programma prende il nome della dea che, secondo la mitologia cinese, abita sulla Luna. A bordo, anche “Coniglio di giada”, o “Yutu”, il rover lunare che porta il nome di un’altra creatura mitica, scelto in un sondaggio online a cui hanno partecipato 3,4 milioni di cinesi. Yutu è un perfetto e ipertecnologico esempio di “innovazione domestica” del Dragone: copia rielaborata di precedenti veicoli statunitensi e sovietici, si chiama così in onore del mitico roditore che, secondo la leggenda, vive sulla luna con Chang’e ed è spesso raffigurato con pestello e mortaio nell’atto di creare un elisir di immortalità.

Il veicolo può arrampicarsi su pendenze fino a 30 gradi e viaggiare a 200 metri all’ora, secondo le informazioni diffuse dallo Shanghai Aerospace Systems Engineering Research Institute, il centro che l’ha creato. Proprio il monitoraggio accurato del suolo lunare, in preparazione di futuri sbarchi, sembra uno degli obiettivi principali della missione cinese. Rispetto ai tempi delle missioni sovietiche e statunitensi, l’avanzamento tecnologico potrebbe permettere ai cinesi di ottenere nuove informazioni. Gli esperti citano a questo proposito i più recenti sistemi di navigazione ottica che – montati su Coniglio di Giada – potrebbero fornire immagini più dettagliate dei punti di atterraggio, mentre i rover americani e sovietici potevano contare solo su sistemi radar.

di Gabriele Battaglia

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