LA GIORNATA
All’ultimo respiro, dopo una partita tutt’altro che facile, la Juventus trova il gol di Llorente che vale la sesta vittoria consecutiva in campionato, il + 3 in classifica sulla Roma che a Bergamo pareggia la quarta consecutiva, e il +9 sul Napoli impegnato stasera nella difficile partita di Roma contro la Lazio. Un altro mattone per la restaurazione bianconera, e la prima ipotesi di fuga che si risolverà dopo la sosta natalizia, il giorno dell’Epifania, quando la Roma farà visita alla Juve. L’epifania bianconera odierna invece è un colpo di testa del centravanti basco che si materializza in pieno recupero: un guizzo in mischia al termine di dieci minuti di assedio in cui la palla non voleva entrare, uno stravolgimento dell’equilibrio che l’Udinese era riuscito a tenere fino allora, grazie a un’ottima partita di contenimento e ripartenze che hanno esaltato Buffon come migliore in campo. Il confine tra fortuna e carattere non è mai così fragile come in queste partite, e la Juve ha sicuramente il merito di averlo saputo maneggiare con cura.  

Dai bambini in curva a Torino ai carri armati (di cartone) in curva a Bergamo, dove la Roma come la Juve è incartata per trequarti di partita. Ma qui il gol all’ultimo minuto di Strootman non vale la vittoria, bensì il pareggio che evita la prima sconfitta stagionale. Con una squadra muscolare, Pjanic e Llalic inizialmente in panchina, la Roma va sotto in apertura di ripresa con una papera di De Sanctis su punizione di Brivio, la seconda occasione dei nerazzurri dopo una deviazione di Benatia sul proprio palo che sfiora l’autogol. Ai giallorossi, che prima del campionato avrebbero firmato per trovarsi in questa posizione di classifica, manca un rigore netto per un fallo di mano di Canini, e più di tutto manca Totti. Aspettando il Napoli e la Fiorentina, in campo stasera, si ferma l’Inter in casa con la Sampdoria davanti al presidente Erick Thohir, che per la prima volta a San Siro a seguire la sua nuova squadra capisce fin da subito cos’è il calcio. Felice nel dopopartita Mihajlovic per la prestazione, onesto Mazzarri quando ammette che questa è stata la sua Inter più brutta, chissà però se il nuovo padrone interista dai suoi dipendenti si accontenta della schiettezza o pretende risultati. 

Arriva a cinque partite consecutive la serie positiva del Genoa di Gasperini, e il pareggio interno col Torino non è certo un passo indietro per le occasioni e il gioco mostrato. Sono quattro invece le partite senza sconfitte del ritrovato Sassuolo, oggi finalmente salvo, fermato sul pari a Cagliari dopo il doppio vantaggio con Marzorati e Zaza. Se il 100° gol in Serie A di Antonio Cassano regala al Parma un buon pareggio e tiene il Bologna nei bassifondi della zona retrocessione, il 99mo con la maglia del Milan di Kakà rilancia i rossoneri, che ora sono addirittura a pari punti con il Parma. Vagheggiare un’uscita dalla crisi sembra alquanto prematuro, anche perché di fronte c’era un Catania allo sbaraglio, ultimo in classifica e distanziato ieri anche dal Chievo rinato con Corini, che asfalta il Livorno e condanna al probabile esonero il tecnico dei labronici Nicola. Brutto episodio a Catania quando Spolli insulta Balotelli gridandogli “negro di merda”, nonostante i due tecnici cerchino di minimizzare le immagini televisive sono inequivocabili, e il giudice sportivo dovrà intervenire.

IL PERSONAGGIO 

E’ il 18 dicembre 1999 quando un ragazzino magrolino col caschetto, appena compiuti diciassette anni, si presenta così: lancio dalla difesa di Perrotta e lui che raccoglie la palla al volo col tacco, se la aggiusta con la testa, la mette a terra e seminando il fresco campione del mondo Blanc e Panucci segnando il 2-1 del Bari all’Inter. Ieri quello stesso ragazzino, con qualche anno e qualche chilo in più sulle spalle, con un pregevole interno destro al volo incrociando il calcio d’angolo di Sansone la infila all’incrocio per il pareggio del Parma. E per il suo centesimo gol in Serie A. In mezzo quattordici anni che per raccontarli non basterebbero altrettanti libri. Il ragazzino arriva infatti a giocare nelle migliori squadre italiane, la Roma, il Milan, l’Inter, e anche nel Real Madrid, ma forse la sua vera dimensione la trova in provincia, nella Sampdoria e nel Parma. E un libro lo scrive, dove racconta di come quel gol all’Inter l’abbia salvato da un destino infame, portato via da quella “vita di merda” cui sono costretti ancora oggi i ragazzi cresciuti in certi quartieri. Disallineato dal mondo del calcio, nel bene e nel male, il 100° gol in Serie A di Antonio Cassano ha una sola richiesta: partecipare a quel Mondiale che lui che ha giocato ben tre Europei ha finora solo visto in televisione.

LA SPIGOLATURA 

L’operazione della Juventus di aprire le curve squalificate per razzismo ai bambini, oltre ad essere contraria al regolamento tanto che la Figc ha dovuto dare una deroga speciale, e oltre ad essere inopportuna visto che ha praticamente annullato una squalifica che andava scontata come fanno gli altri, è anche abbastanza ipocrita. Non appena Tuttosport ha lanciato l’idea (suggerita dalla dirigenza bianconera) tutti l’hanno accolta con favore, dal presidente del Coni Malagò che ha scritto un’entusiasta lettera di risposta al quotidiano torinese, fino alla Figc che l’ha resa possibile, e a giornali e televisioni che per tutto il giorno hanno magnificato lo stadio dei bambini come rimedio a quel calcio malato in cui loro sguazzano. Sarebbe bello invece che i bambini potessero andare sempre allo stadio, non solo quando c’è da fare un’operazione di marketing o da sostituire una curva squalificata per cori razzisti. E invece no, se un bambino ha più di sei anni (o sette, o otto, dipende dalle società) allo stadio entra con mille difficoltà. E non perché ci siano quegli orchi brutti e cattivi degli ultrà che sono pronti a mangiarli, ma perché deve fare una trafila tra documenti, biglietti, biglietterie chiuse, tessere del tifoso, posti inaccessibili, posticipi notturni, tornelli, perquisizioni, stadi senza agevolazioni, che se anche riuscissero a entrare in uno stadio difficilmente si divertirebbero. Non sarà certo l’ipocrisia, andata in onda sulla pelle dei bambini, a salvare il pallone.

twitter: @ellepuntopi 

RISULTATI 

Parma-Bologna 1-1 (Kone (B) al 10’ p.t. e Cassano (P) al 23’ p.t.)

Genoa-Torino 1-1 (El Kaddouri (T) al 7’ p.t. e Biondini (G) al 24’ s.t.)

Catania-Milan 1-3 (Castro (C) al 13’ p.t., Montolivo (M) al 20’ p.t., Balotelli (M) al 18’ s.t. e Kakà (M) al 36’ s.t.)

Atalanta-Roma 1-1 (Brivio (A) al 6’ s.t. e Strootman (R) al 45’ s.t.)

Cagliari-Sassuolo 2-2 (Marzorati (S) al 14’ p.t., Zaza (S) al 19’ p.t., Nené (C) al 27’ s.t. e Sau (C) al 42’ s.t.)

Chievo-Livorno 3-0 (Rigoni al 36’ p.t, Thereau al 11’ s.t. e Paloschi al 34’ s.t.)

Inter-Sampdoria 1-1 (Guarin (I) al 18’ p.t. e Renan (S) al 44’ s.t.)

Juventus-Udinese 1-0 (Llorente al 46′ s.t)

Fiorentina-Verona (stasera alle 20.45)

Lazio-Napoli (stasera alle 20.45)

CLASSIFICA

Juventus 37

Roma 34

Napoli 28*

Inter 27

Fiorentina 24*

Verona 22*

Genoa 19

Lazio 17*

Parma 17

Atalanta 17

Milan 17

Udinese 16

Torino 16

Cagliari 15

Sassuolo 14

Livorno 12

Bologna 12

Chievo 12

Sampdoria 11

Catania 9

* una partita in meno

MARCATORI

11 gol G. Rossi (Fiorentina), 8 gol Cerci (Torino), 7 gol Palacio (Inter), Berardi (Sassuolo) e Tevez (Juventus) 6 gol Cassano (Parma), Gilardino (Genoa), Hamsik e Callejon (Napoli)

PROSSIMO TURNO 

Bologna-Juventus (venerdì 6 dicembre, ore 20.45), Livorno-Milan (sabato 7, ore 18.00), Napoli-Udinese (sabato 7, ore 20.45), Roma-Fiorentina (domenica 8, ore 12.30), Cagliari-Genoa, Sampdoria-Catania, Sassuolo-Chievo, Torino-Lazio, Verona-Atalanta (domenica 8, ore 15.00), Inter-Parma (domenica 8, ore 20.45)

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