Sono passati un paio di mesi da quando ho scritto un breve post dal titolo Salviamo il Cinema AlCorso di Reggio Emilia. Stupendomi, dopo la pubblicazione su ilfattoquotidiano.it, di quante persone ci tenessero alle sorti di questo piccolo cinema del centro: scrivendo, chiedendo maggiori delucidazioni, offrendosi perfino volontarie per svariate iniziative purché se ne scongiurasse la chiusura. Colgo qui l’occasione per ringraziarle tutte. La buona notizia è che – diciamolo insieme, al plurale – ci siamo riusciti. Più di tutti, a evitare che le serrande si abbassassero, è stata la società Garbi che, nonostante l’incertezza del contratto d’affitto sull’immobile (in scadenza a dicembre 2014 e con un rinnovo garantito solo per l’anno successivo, con l’intercessione del Comune), si è fatta carico del rischio d’impresa e investirà la cifra necessaria a coprire le spese per un nuovo proiettore digitale che darà ancora titoli in prima visione, mantenendo i cinque attuali dipendenti a pieno regime.

Poi c’è stata la gente: la raccolta firme, l’interessamento alla causa, la condivisione con i propri amici in rete, il pubblico più anziano del pomeriggio. In sintesi, una collettività che si è mobilitata per non mollare un luogo così caro alla città. Credo che questo risultato, in definitiva, sia un buon esempio di come l’opinione pubblica in questo nostro Paese sia, non solo importante, necessaria laddove si unisce per le proprie istanze, nel sensibilizzare le amministrazioni a cosa tiene realmente.

Lo so, il rischio di queste parole, del significato stesso di “unità”, è quello di passare al tema del trovarsi “sull’orlo del baratro”, spesso trito e ritrito, dove i termini ormai ci appaiono vuoti, privi di significato, e alcuni concetti retorici. Proprio per questo, partendo dalle piccole cose, come può essere un piccolo cinema di una città di provincia, ogni tanto accade che si riesca a rendere concreta una volontà: così, insieme a questo impegno, occorre ricostruire il senso, per ognuno di noi, di un termine che avevamo smarrito per strada e (perché no?) a ricrederci su una nozione che quasi credevamo fosse destinata a una chiacchiera da bar.

Mi piace, soprattutto, pensare che questa piccola mobilitazione dell’AlCorso nello specifico, con tutte le necessità nell’Italia odierna, riguardi la cultura. Finalmente. Lunedì 2 dicembre, alle ore 21, brinderemo a questa non-chiusura dopo la proiezione (assolutamente gratuita) del mio film, I giorni della vendemmia, insieme ai ragazzi che gestiscono la sala e chi sarà presente. Perché queste cose, parere personale, è utile festeggiarle. Passate parola, vi aspettiamo.

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