Scrive su Tripadvisor che il vino dell’osteria è “imbevibile perché avariato” e i proprietari del locale la querelano per diffamazione. Succede a Bologna – come riporta il Corriere della Sera – nella patria del buon cibo e del buon vino che, peraltro, nel 2015 accoglierà più grande salone europeo dell’agroalimentare targato Eataly. La bizzarra disputa, che finirà in tribunale, vede da una parte una professoressa universitaria, “recensore super” del noto sito web di recensioni, dall’altro una celebre osteria del centro di Bologna, sempre affollata e nota per live musicali di qualità. Forte di una settantina di “recensioni”, alcune anche in locali parigini e newyorchesi, la docente entra con degli amici nell’osteria a inizio giugno 2012. Poi, qualche ora dopo, scrive di getto un commento sulla serata. Non stronca il locale e, tra le cinque tipologie di voto, sceglie la penultima – “scarso”.

E sull’ “atmosfera” del posto dice: “Non è ammissibile che vengano applicati cospicui supplementi per l’intrattenimento musicale, anche se questo non è né desiderato né gradito. Non è ammissibile essere serviti dopo ore, e male, solo perché “il locale è molto famoso e la gente fa la fila per entrare”, scrive la donna che usa il nickname Iskandar339, “e soprattutto non è ammissibile presentarsi per tre volte di fila e ricevere vino imbevibile. Non parlo di vino cattivo, no – aggiunge – parlo di vino avariato, roba da creare problemi di salute. E questo non una sola volta, ma più volte di seguito”. Il finale del post rivela comunque l’assiduità della frequentazione, forse perché in zona universitaria: “Darei volentieri 1 ma salvo l’atmosfera e, soprattutto, l’antica frequentazione. Se si va avanti così, alla prossima occasione darò meno di zero”.

“Le critiche ci stanno ma così è troppo. Queste parole offendono la nostra onorabilità”, spiega uno dei proprietari del locale al fattoquotidiano.it. “La signora ha scritto che il vino ‘avariato’ le sarebbe stato servito più di una volta e soprattutto che provocherebbe danni alla salute. In 25 anni di carriera, con oltre 90mila pasti l’anno serviti ritengo impossibile sia accaduto quello che la signora scrive”. “Un capello nella minestra può capitare in mezzo a migliaia di ordinazioni. E’ un colpo di sfiga – continua – ma qui stiamo parlando di decine e decine di bottiglie di vino che vendiamo a bicchiere ogni giorno. E anche se si parlasse di un’etichetta preziosa che decidiamo di vendere al bicchiere, adottiamo da oltre due anni un dispenser che permette la perfetta conservazione del vino”.

E così, mentre la professoressa bolognese incassa attestati di solidarietà sul suo profilo Facebook, il tema che va oltre querelanti e querelati è la potenzialità e l’autorevolezza di Tripadvisor. Un sito che sta lentamente subentrando alle classiche guide enogastronomiche. “Noi riceviamo ogni tipo di elogio e critica”, spiega ancora il proprietario del locale incriminato, “ma Tripadvisor non costruisce il rating in base alla qualità bensì rispetto al numero delle recensioni: basta che un commentatore vada dieci-venti volte in pizzeria e comincio ad avere la qualifica di esperto. Vi sembra normale?”.

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