Una struttura nuovissima da 250 posti privati, al prezzo di 13mila euro l’anno, contro 1.000 posti in totale a Bologna negli studentati pubblici. Sta tutto qui il succo della protesta di una cinquantina di studenti in occasione della inaugurazione di Camplus Bononia, alla presenza del ministro per le infrastrutture Maurizio Lupi, tornato in fretta e furia dalla Sardegna per partecipare all’evento. Si tratta del residence universitario avveniristico messo in piedi dalla fondazione Falciola e dal Centro europeo per l’università e la ricerca (Ceur), entrambi legati a Comunione e Liberazione e al suo sistema diffuso di edilizia universitaria. A manifestare fuori dall’edificio contro “l’invasione del privato anche in questo settore”, c’erano un centinaio tra poliziotti e carabinieri. Di fronte a loro gli universitari appartenenti ai collettivi Cua e Taksim che qualche settimana fa hanno espugnato una palazzina disabitata in centro per farne uno “studentato occupato”. Tenuti a distanza dall’ingresso, i giovani hanno fatto anche un piccolo blitz simbolico, quando alcuni di loro hanno scavalcato le recinzioni del Camplus, per essere subito cacciati fuori dalla polizia. 

Gli attivisti dei collettivi hanno chiesto un incontro con il rettore, Ivano Dionigi, anch’egli presente all’inaugurazione con il sindaco Pd, Virginio Merola: “Abbiamo una richiesta precisa per il rettore. Vogliamo un tavolo di trattativa pubblica per parlare dei bisogni reali degli studenti, non ci interessano gli studentati di lusso con rette da 13mila euro”. Poi hanno minacciato nuove azioni clamorose: “Speriamo che il nostro messaggio arrivi a Dionigi, altrimenti martedì prossimo ci prenderemo ciò che ci spetta durante il consiglio di amministrazione dell’università”.

Dentro il Camplus Bononia, il terzo di questo tipo messo in piedi da Ceur a Bologna, l’aria era completamente diversa e rilassata. Dopo avere fatto il giro degli ampi spazi, delle stanze del residence, ospiti e autorità si sono ritrovati nella sala conferenze. “Non capisco le proteste – ha detto il ministro delle Infrastrutture – non è un problema di ricchi e poveri, anzi. Chi lo teorizza acuisce e accelera le divisioni e le distanze”. Al contrario ha spiegato Lupi, “il problema è permettere a tutti di usufruire di strutture come questa, a prescindere dal reddito, pubblico o privato che sia. Bisogna dare a tutti la possibilità di scelta, questo è il punto”.

I pareri per strada erano però diversi: “La retta richiesta è di 13mila euro per una camera singola, 11mila per un posto in doppia, a cui si aggiungono 2mila euro per il servizio opzionale del pranzo”, spiegano i manifestanti. “Questa è una residenza per eccellenze, ma soltanto in termini economici”, dice Angelo, uno dei manifestanti che poi prosegue: “In città ci sono 1.000 posti letto pubblici e 40mila studenti, abbiamo la mensa universitaria pubblica più cara d’Italia. E in questa situazione Dionigi viene a queste inaugurazioni”. Il rettore dal canto suo non ha voluto commentare le proteste.

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