Hanno protestato per dire no ai nuovi tagli previsti dal gruppo Gruppo Editoriale Espresso che colpirebbero 69 dei 270 poligrafici. Davanti alla sede romana di Repubblica di largo Fochetti, all’ora di pranzo, un gruppo di loro ha organizzato un sit-in contro il piano di interventi presentato dall’azienda, nel quale sono previsti esuberi e cessione di ramo d’azienda “al solo scopo di tagliare in modo lineare i costi aziendali, vista l’assenza di un vero e proprio piano industriale”, si legge in un comunicato della rappresentanza sindacale unitaria (Rsu). Il taglio consentirebbe al gruppo editoriale di Carlo De Benedetti di recuperare 5 milioni di euro, come riporta il sito  popoff che ha dato la notizia del presidio preannunciato nei giorni scorsi da una serie di comunicati. A manifestare al fianco dei poligrafici sono scesi anche giornalisti, dipendenti delle radio e grafici. Continua così lo stato di agitazione dei lavoratori del settore che già la scorsa settimana ha proclamato il blocco degli straordinari, anche se al momento non è previsto nessuno sciopero. 

Per ora, quindi, l’Rsu del gruppo Espresso esprime grande preoccupazione per il futuro delle testate dell’editrice, “considerato che la politica degli interventi sembra basata soltanto sulla contrazione dei costi del personale”. Una preoccupazione che corre anche al Sole 24 Ore, dove il coordinamento dei lavoratori chiede all’editrice della Confindustria un piano di risanamento per intervenire sul management che “negli ultimi anni ha chiesto ai lavoratori sacrifici e ha utilizzato gli ammortizzatori sociali per un risanamento mai avvenuto”, come si legge in un comunicato dei sindacati pubblicato nei giorni scorsi. Oltre a chiedere un aumento di capitale che l’associazione degli industriali di Giorgio Squinzi ha già fatto sapere di non voler fare, viene criticata la politica di cessioni di attività “core”, cioè essenziali. Altro tema prioritario per i rappresentanti dei lavoratori è quello dei costi gestionali, delle collaborazioni e delle consulenze esterne. Solo dopo aver valutato prioritariamente queste questioni, sarà possibile –  secondo il coordinamento – aprire un confronto sulla riorganizzazione aziendale che punta al risanamento.

Articolo Precedente

Mantova, docufilm sulla coop al 98% straniera. “Qui vince l’integrazione”

next
Articolo Successivo

La produttività passa anche dalla soddisfazione personale

next