Come contrastare i servizi segreti americani? Con i servizi segreti europei. L’idea è di Viviane Reding, commissario Ue alla Giustizia, che ha avanzato l’ipotesi di creare una specie di Cia all’europea in grado di coordinare, e magari un giorno sostituire, i vari servizi segreti dei 28 Paesi Ue. Una proposta che arriva in giorni in cui a Bruxelles infuria la polemica sull’affaire Nsa che ha visto gli agenti segreti a stelle e strisce al centro di un’impensabile attività di spionaggio in Europa. Fredda, anzi glaciale, la risposta di alcuni alti funzionari Ue che hanno giudicato l’ipotesi come “politicamente impossibile”.

“Abbiamo bisogno di rafforzare l’Europa in questo settore in modo da potercela giocare alla pari con i nostri partner americani e avere più peso di fronte all’amministrazione americana”, ha detto la Reding ad alcuni cronisti del quotidiano greco Naftemporiki. Nelle sue intenzioni l’obiettivo dovrebbe essere la creazione di un “European Intelligence Service (Eis)” tanto potente quanto il “National Security Agency” statunitense protagonista delle rivelazioni fatte al quotidiano inglese The Guardian da Edward Snowden. “Una dichiarazione tutta politica, nient’altro”, ha commentato al Financial Times un alto funzionario Ue, conscio dell’impossibilità di uniformare un settore così delicato come l’intelligence tra 28 Paesi diversi. La prima reazione dei governi “intercettati” ne è la riprova. La Germania in testa ha cercato subito un chiarimento a tu per tu con l’amministrazione Obama e solo in questi giorni la Cancelliera Angela Merkel ha annunciato un’iniziativa congiunta con la Francia di Hollande per rinegoziare gli accordi di cooperazione di intelligence con gli stati Uniti, specificando che chi si vorrà unire sarà il benvenuto. Tuttavia il direttorio resta franco-tedesco, tanto per cambiare. A ben guardare l’idea della Reding, per quanto impraticabile, un senso ce l’ha. Coordinare i servizi segreti dei 28 Paesi europei non solo metterebbe l’ipotetico Eis europeo sullo stesso piano, o quasi, della Nsa ma migliorerebbe anche lo scambio di informazioni tra gli attuali servizi segreti nazionali. Già oggi, infatti, i servizi europei si scambiano alcune informazioni in chiave anti terrorismo. L’idea di fare il passo successivo era già venuta in mente a qualcuno all’indomani degli attentati di Madrid nel 2004. Belgio e Austria avevano avanzato la proposta, ma si erano subito scontrati contro il muro di gomma dei grandi d’Europa, in primi Germania, Gran Bretagna e Francia.

Difficile, anzi impossibile, immaginare gli 007 di sua Maestà lavorare insieme a francesi e tedeschi. Basti pensare che, come ha rivelato il quotidiano britannico The Independent, l’intelligence di Londra ha un centro operativo top-secret nel cuore di Berlino che ha continuato a funzionare anche dopo che i colleghi americani della Nsa hanno chiuso la loro base nella capitale tedesca. Proprio la Gran Bretagna nei mesi scorsi si era opposta con tutte le sue forze alla possibilità di un embrione di esercito europeo del quale avvalersi per questioni di sicurezza comune o per missioni come quella in Libia, esercito che con ogni probabilità si sarebbe rivelato più efficace e meno dispendioso in termini di uomini e risorse. Insomma della Reding, anche se di buon senso, è condannata a rimanere solo una boutade.

Twitter: @AlessioPisano

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