Fondiaria Sai, non tutto è perduto per i piccoli azionisti della ex compagnia del gruppo Ligresti. Si chiuderà il prossimo 4 dicembre, data della prima udienza, la racccolta delle adesioni di Adusbef, Movimento Consumatori e Si.Ti per la costituzione di parte civile nel processo contro la famiglia siciliana, i suoi ex manager e la società stessa ai sensi della legge 231 sulla responsabilità degli enti.

“La vicenda Fondiaria Sai ha coinvolto oltre 12mila risparmiatori che hanno subito un danno di 251 milioni di euro”, ha ricordato nei giorni scorsi Alessandro Mostaccio, segretario generale di Movimento Consumatori, chiedendo le dimissioni del ministro Anna Maria Cancellieri. Il falso in bilancio prima e il falso in prospetto poi, fatto in vista dell’aumento di capitale del 2012, hanno diminuito il valore delle azioni, ricorda l’avvocato Paolo Fiorio del foro di Torino, che segue il Movimento  nel settore risparmio. “A chi aveva investito cento euro nel 2011 ne sono rimasti pochi nel 2012. In Borsa ha perso più del 75 per cento. Poi chi non ha sottoscritto l’aumento di capitale ha perso quasi tutto”, sottolinea.

E così, a meno di un mese dalla prima udienza cresce il numero di azionisti che si rivolgono alle associazioni. “Stiamo raccogliendo circa 500 azionisti – spiega Fiorio -. Il 4 novembre abbiamo lanciato un numero verde per tutti quelli che vogliano costituirsi parte civile nel processo del 4 dicembre e nei prossimi procedimenti penali”. Stessa mossa per l’Adusbef: “Da un sondaggio tra i vari studi legali che collaborano con noi e tra i 107 avvocati raggiungiamo un migliaio di azionisti”, dice l’avvocato Antonio Tanza, vicepresidente nazionale, che assisterà gli azionisti con i colleghi Cecilia Ruggeri, Marisa Costelli e Lucio Golino.

L’intenzione di tutti è ottenere un risarcimento al termine del procedimento penale, anche se in passato i giudici di processi simili hanno condannato i manager a risarcire cifre molto basse. La costituzione di parte civile è però una mossa strategica. “Con un giudizio immediato e una condanna in tempi rapidi, agli azionisti danneggiati conviene costituirsi subito – dice Fiorio -. Poi valuteremo altre azioni”. Si prevedono azioni civili risarcitorie per la diffusione di informazioni false sui bilanci e sui prospetti per quanti abbiano comprato le azioni FonSai prima dell’aumento di capitale del 2012. Simile è il programma dell’Adusbef: “Noi abbiamo rappresentato 3.500 risparmiatori nei vari processi nati dal crac Parmalat e i risarcimenti ottenuti sono stati pari al 3 per cento o al 5 per cento del danno, ma è bastato per dare l’attenuante agli imputati – spiega Tanza -. Pure qui finirà a tarallucci e vino, ma non ci fermeremo perché avvieremo un processo civile: quello penale ci permetterà di avere la prova per saltare la lunga e costosa fase istruttoria”.

Sono invece la costituzione di parte civile a Torino e soprattutto una class action le azioni previste da Si.Ti (Sindacato tutela investimenti) e dall’avvocato Fabio Belloni che al momento tutela di un migliaio di azionisti di FonSai, Milano Assicurazione e Premafin. Secondo quanto riportato domenica 10 novembre dalla Stampa, al momento le stime delle richieste di risarcimento si attestano intorno ai 20 milioni di euro. A differenza degli altri due attori, nel mirino del Si.Ti non ci saranno solo i Ligresti e gli ex vertici di Fondiaria-Sai, ma forse anche quelli di Unipol, la compagnia delle coop che ha rilevato FonSai. A tal proposito, la domanda che si pongono i legali è se le scelte di fusione non siano state pilotate e con quali vantaggi. Un tema sul quale alcune risposte potrebbero arrivare dall’inchiesta milanese del procuratore Luigi Orsi ormai alle ultime battute.

La class action è accarezzata anche dall’Adusbef. “La stiamo preparando, anche se sono molto scettico perché questo procedimento è stato depotenziato. Prima vedremo come va quella che inizierà il 7 dicembre contro Monte dei paschi di Siena”, continua Tanza. Questo strumento per ora non rientra invece nei progetti del Movimento Consumatori: “La class action in Italia ha tempi lunghi e risultati incerti. Vedremo come andrà a finire la liquidazione finale dei danni – conclude Fiorio -. Speriamo che i patteggiamenti di Giulia e Jonella Ligresti non compromettano i risarcimenti”. Tanza si augura che i giudici penali siano severi, stabilendo una soglia alta per le sanzioni pecuniarie: “Mi aspetto che il giudice dica agli imputati: ‘Non vi do l’attenuante se prima non pagate adeguatamente le persone danneggiate’. Vorremmo che ci sia rigidità altrimenti i comportamenti vengono ripetuti”.

Articolo Precedente

Crac Banca Marche, prestiti sospetti anche alla “cricca” di Anemone e Balducci

next
Articolo Successivo

Investire in Africa aggirando il fisco? Deloitte insegna come alle multinazionali

next