Se Christopher Nolan, con la trilogia del Cavaliere Oscuro, ha rilanciato l’immagine cinematografica di Batman, gli sviluppatori di Rocksteady hanno fatto lo stesso lavoro sul piano videoludico con la saga di Batman: Arkham. Da una parte, hanno meravigliato i fan del supereroe con una rilettura convincente delle qualità che lo hanno reso celebre, dalla furtività all’utilizzo dei gadget tecnologici, tradotte in meccaniche di gioco interessanti. Dall’altra, hanno creato un’opera che, per caratteristiche intrinseche, può dirsi originale, qualità rara nel panorama odierno.

Batman: Arkham Origins, prequel della saga arrivato nei negozi proprio in questi giorni, non è tuttavia stato sviluppato da Rocksteady, bensì da uno studio interno di Warner. I perché di questa scelta sono da ricercarsi nella volontà da parte della major di lasciare agli sviluppatori originali un anno in più di tempo per lavorare su un nuovo gioco, senza tuttavia rinunciare all’appuntamento con gli scaffali natalizi.

Dato il grande successo di critica e vendite che ha accompagnato i due predecessori, Warner Bros Games si è trovata tra le mani una responsabilità non indifferente, alla quale ha risposto con la decisione di lasciare del tutto invariate le caratteristiche principali che hanno contraddistinto la saga finora, lavorando invece sul fronte della trama. In altre parole, coloro che si aspettavano da questo terzo Batman un carico importante di novità rimarranno delusi, sebbene la qualità generale che caratterizza la produzione rimanga perlopiù invariata.

Proprio la trama, che sfrutta il cliché del prequel per raccontare il primo incontro tra Batman e il Joker, pesca a piene mani, e con successo, dalla apprezzatissima graphic novel The Killing Joke (firmata da Alan Moore, lo stesso di Watchmen). La storia raccontata è diversa, ma i riferimenti inconfondibili e dosati con una certa maestria. Apprezzabile anche la decisione di proporre un Batman con solo due inverni sotto il mantello, dunque più irrequieto e impulsivo. Peccato solo che l’espediente narrativo ceda il fianco a diverse debolezze nella seconda metà, affiancato da un generale calo nel brio narrativo.

Quanto alla giocabilità, Batman: Arkham Origins mescola efficacemente la libera esplorazione di diversi quartieri di Gotham City (opportunamente deserti, criminali a parte, a causa di un’improvvisa tempesta di neve pre-natalizia) e gli spettacolari combattimenti corpo a corpo. Proprio in questi elementi, gli sviluppatori hanno deciso di intervenire il meno possibile, limitandosi a contornare meccaniche ben note con nuovi scenari. Apprezzabili, di contro, gli interventi svolti sugli scontri con i malviventi più pericolosi e celebri della tradizione legata al Cavaliere Oscuro, inquadrati con telecamere ravvicinate e molto impegnativi. Altre aggiunte si notano nelle attività secondarie, che offrono diverse scuse per esplorare la mappa cittadina tra una missione e l’altra, senza tuttavia discostarsi dalla tradizione della serie. Dispiace, peraltro, notare diverse mancanze a livello di ottimizzazione (esplorando la città, può capitare di incappare in alcuni bug, a volte fastidiosi), aspetto nel quale i due predecessori erano invece irreprensibili.

All’offerta si aggiunge, per la prima volta nella saga, un comparto multigiocatore, che getta un manipolo di malviventi in arene di medie dimensioni, lasciando a due giocatori, scelti casualmente tra tutti i partecipanti, il compito di sgominarli nei panni di Batman e Robin (quest’ultimo, è bene sottolinearlo, non figura nella modalità storia). L’idea alla base non è malvagia, ma la realizzazione lascia a desiderare, inquadrando il comparto come mera aggiunta secondaria alla modalità principale.

Sebbene privo di novità sostanziali e passi avanti, Batman: Arkham Origins rappresenta un nuovo passo in avanti per la serie, evitando di modificare troppo una formula funzionante, e gettando solide basi per il quarto episodio (già in lavorazione, stando alle indiscrezioni) in arrivo su Xbox One e Playstation 4 nel corso del prossimi anni.

A cura di Andrea Porta

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