La Consob di Giuseppe Vegas indaga sui giornalisti che osano criticare le sue scelte. L’autorità di controllo sulla Borsa e i mercati finanziari ha infatti da tempo aperto un’inchiesta su Giovanni Pons e la sua collega Vittoria Puledda, del quotidiano Repubblica: in un articolo dell’11 dicembre 2012 avevano allineato informazioni sulle possibili debolezze dei bilanci di Unipol, che aveva in corso la fusione con Fon-sai. Con i poteri che le vengono affidati dal Testo unico legislativo sulla finanza, l’autorità di vigilanza ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Milano e ha chiesto di avere i tabulati telefonici di Pons, con l’ipotesi che abbia diffuso notizie atte a turbare il mercato: di aver commesso dunque il reato di aggiotaggio informativo, perché nei giorni dopo la pubblicazione dell’articolo la quotazione del titolo Unipol è calata.

I tabulati potrebbero essere lo strumento per ricostruire i contatti dei giornalisti e quindi scoprire le fonti delle notizie pubblicate, magari interne alla Consob stessa. La Procura, che pure aveva il potere di rimandare al mittente la richiesta, l’ha invece accolta, aprendo un fascicolo affidato al pm Mauro Clerici. Nell’articolo, Pons e Puledda scrivevano che i bilanci Unipol potevano avere errori di contabilizzazione, a causa di derivati messi all’attivo per valori di molto superiori ai loro valori di mercato. Riferiva anche che, per verificare eventuali errori di contabilizzazione, dentro la Consob si era attivato l’ufficio Analisi quantitative, che aveva però avuto vita difficile dentro la commissione. Il suo presidente, Vegas, avrebbe rallentato le verifiche interne, mentre erano in corso le operazioni che portavano alla fusione per incorporazione di Fonsai in Unipol.

L’articolo chiedeva: “Come mai Consob si attiva solo ora e non si è mossa quando il pm di Milano Luigi Orsi lo scorso 4 luglio inviò una lettera agli uffici guidati da Giuseppe Vegas chiedendo ‘se Consob avesse riscontrato i dati su Unipol evocati dal progetto Plinio che circola in rete e se questi possano interferire con la trasparente formulazione dei prospetti’? Se lo avesse fatto per tempo forse la fusione Unipol-Fonsai sarebbe stata messa in discussione o forse la trattativa sarebbe stata diversa da un salvataggio della prima sulla seconda. Vegas preferì tergiversare, facendo inserire nel prospetto ‘che sul presente argomento sono in corso approfondimenti anche in ordine alla regolarità contabile dei dati comunicati dall’Emittente’, togliendo il delicato tema dall’occhio attento dell’ufficio Analisi quantitative”.

Il “progetto plinio” era uno studio redatto da Ernst&Young su incarico di Fonsai, quindi di parte, in cui però si valutava il patrimonio netto rettificato di Unipol, a fine 2011, pari a 302 milioni, ben lontano dalla cifra scritta a bilancio come patrimonio contabile (1,1 miliardi di euro). La materia del contendere: i derivati in pancia alla compagnia bolognese, il cui valore cambia – e di molto – a seconda dei criteri con cui li si valuta. Di certo c’è che i giornalisti hanno offerto informazioni che non sono mai state smentite da Unipol né contestate da Consob. Anzi: le successive rettifiche di bilancio effettuate da Unipol, per almeno 280 milioni, sembrerebbero dare ragione a quanto scritto nell’articolo. Eppure a finire sotto indagine sono stati i giornalisti (come segnalato ieri dal sito giustiziami.it) e non la compagnia bolognese.

da Il Fatto Quotidiano dell’8 novembre 2012

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