La Commissione europea si esprimerà nelle prossime settimane sul testo della Legge di stabilità italiana, ma inizia a mettere le mani avanti dicendo di “confidare che le autorità italiane assicureranno che qualunque cambiamento dovessero fare alla legge sarà finanziato in modo credibile“. L’avvertimento è del commissario Olli Rehn, intervenuto dopo la presentazione delle previsioni economiche d’autunno, sottolineando che in Italia “servono ampi aggiustamenti” e “c’è ancora un grande bisogno di consolidamento dei conti“.

Previsioni che, per l’Italia, sono tutt’altro che positive. Bruxelles ha infatti tagliato le stime sull’economia italiana su tutti i fronti. Il rapporto tra deficit e crescita, previsto a maggio al 2,9%, sale al 3%, al limite della soglia che – come ha avvertito Rehn – farebbe riaprire la procedura di infrazione. Cresce anche il disavanzo pubblico atteso per il 2014, dal 2,5% al 2,7 per cento. “Dopo i grandi sforzi del 2012 rallenta la correzione di bilancio”, scrive la Commissione europea che “a politiche invariate” prevede nel 2015 un deficit al 2,5 per cento.

Nuovo record anche del debito pubblico italiano, che – secondo Bruxelles – dal 133% di quest’anno è destinato a toccare quota 134% nel 2014 “anche a causa del pagamento dei debiti della pubblica amministrazione”, con una “leggera discesa” al 133,1% solo nel 2015. La situazione non è più rosea per quanto riguarda la disoccupazione, che dal 12,2% di quest’anno salirà al 12,4% nel 2014. “Sull’occupazione che continua a scendere pesa la profonda e protratta recessione”, spiega la Commissione, prevedendo un leggero calo nel 2015 con una stima del 12,1 per cento.

Peggiorano, poi, anche le stime Ue sulla crescita italiana del 2013: dal -1,3% previsto in primavera passa oggi a -1,8%, mentre resta invariata a 0,7% la stima del Pil del 2014. “La recessione potrebbe essere al punto di svolta”, spiega Bruxelles. “Dopo una nuova forte contrazione nel 2012-13 l’attività si riprenderà gradualmente nel 2014-15”.

Per quanto riguarda la ripresa europea, invece, la Commissione fa sapere che “sta proseguendo in modo graduale”, ma pesano i “rischi esterni” per le “prospettive indebolite” dei mercati emergenti. Su base annuale il Pil dell’Eurozona nel 2013 sarà ancora in negativo (-0,4%) ma la Commissione stima che nel 2014 sarà positivo (+1,1%) e accelererà nel 2015 (+1,7%). Ci sono quindi “segnali crescenti che l’economia europea ha raggiunto un punto di svolta”, anche se “è troppo presto per cantare vittoria” perché “la disoccupazione resta a livelli inaccettabilmente alti”.

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