Tutto ruota attorno allo stadio mai costruito a Ponticelli e ad una frase di Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli, che aveva accusato la giunta De Magistris di un patto con l’imprenditrice Marilù Faraone Mennella, moglie dell’ex numero uno di Confindustria Antonio D’Amato. La Procura di Napoli ha indagato sul conto di Faraone Mennella e del vicesindaco Tommaso Sodano, coinvolti nell’indagine con l’ipotesi di corruzione, ma ha poi chiesto l’archiviazione per entrambi. Il gip Isabella Iaselli ha, però, respinto la richiesta di archiviazione e chiesto ulteriori accertamenti. La Procura – l’indagine è affidata al pool di magistrati guidati dall’aggiunto Giovanni Melillo – ora ha altri 90 giorni di tempo. L’ipotesi era di una ‘intesa illecita’, secondo l’accusa di De Laurentiis, volta a favorire Faraone Mennella.

L’imprenditrice si dice danneggiata dall’intera vicenda giudicando “sconcertante che si possa anche lontanamente pensare ad ipotesi corruttive”. Marilù Faraone Mennella, difesa dall’avvocato Sebastiano Giaquinto, in un comunicato ha spiegato di aver avviato una richiesta di risarcimento danno nei confronti di De Laurentiis per quelle che ritiene accuse diffamatorie. Il vicesindaco conferma la fiducia nella magistratura e si dice sereno. Il giudice Iaselli scrive nell’ordinanza: “La richiesta di archiviazione del pm – all’esisto di un lunghissimo periodo di intercettazione – appare dalla stringata motivazione esclusivamente ispirata al diniego di proroga di alcune intercettazioni(…), considerato che il rigetto delle richieste di proroga di intercettazione non significa dover bloccare le indagini soprattutto quando dal contenuto delle intercettazioni emergono notizie di reato da approfondire”.

Insomma, se è vero che il gip ha negato l’autorizzazione a nuove intercettazioni, rispetto a quelle raccolte c’è bisogno di un supplemento di indagine. Dalle intercettazioni emerge che gli amministratori pubblici sono in difficoltà per pregressi impegni assunti nei confronti della Faraone Mennella che sottolinea, negli ascolti, “la sua – scrive il gip – pregressa disponibilità e ora richiede il rispetto degli accordi”. Bisogna verificare quanto emerso dalle intercettazioni e così il gip fissa in 90 giorni il termine per svolgere ulteriori indagini e ascoltare a sommarie informazioni diversi soggetti a partire dal segretario generale del comune di Napoli, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis, gli assessori , ormai ex, Realfonzo, De Falco e Di Nocera. Proprio a proposito di questi ultimi viene riportata una intercettazione nella quale Tommaso Sodano riferirebbe del tentativo dei tre assessori di rompere l’asse e per questo della necessità di liberarsene.

Ma in una nota il vicesindaco Sodano, difeso dall’avvocato Francesco Picca, ha spiegato che l’intercettazione era a parti invertite. “La frase relativa ad un tentativo degli ex assessori Realfonzo, De Falco e Di Nocera di ‘rompere l’asse’ e dunque della mia intenzione di liberarmi di loro non fu da me mai pronunciata. In realtà venne pronunciata dal mio interlocutore ed erroneamente attribuita a me. Tutto questo risulta dalla stessa intercettazione in atti”. Ora i pm hanno tre mesi per completare l’inchiesta secondo quanto richiesto dal gip e tirare le conclusioni sul fascicolo di indagine.

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