Se solo Lou Reed potesse sentirli. E’ da più di 24 ore che a colpi di “tweet” il collettivo di scrittori Wu Ming ed Emanuele Filiberto di Savoia battibeccano con foga alla memoria, e sulla figura più o meno anarcorivoluzionaria, del cantautore americano appena deceduto a Long Island.

Il “la” lo dà il principe di Savoia con un tweet personalissimo: “Noooo Lou Reed no! Sembravi immortale, come la tua musica! Ciao compagno d’una vita!”. A stretto giro di cinguettii l’intrusione dell’account comunitario del nucleo di scrittori bolognesi: “Pensa che noi l’abbiamo sempre istintivamente associato a Gaetano Bresci, Giovanni Passannante, quella gente lì”.

Apriti cielo, o meglio: Avanti Savoia!. Il principe raccoglie in malo modo la provocazione anarcoide sui due attentatori alla vita di Umberto I, dove peraltro per il primo l’attentato finì con la morte del re, e dopo pochi minuti rilancia con parolaccia: “E questo fa vedere che non capisci un cazzo! Però l’importante è crederci! Lunga vita!”. Così se Emanuele Filiberto pareva aver spostato l’asse dell’acceso confronto sull’esegesi dei testi dell’artista newyorchese, i Wu Ming presto tornano libri di storia alla mano: “Ecco, Gaetano Bresci al tuo trisnonno “lunga vita” non lo disse. Rock on!”.

Durissimo, anche se per certi versi perfino divertente, lo scontro verbale continua ancora per qualche minuto con il principe al contrattacco (“no perché sicuramente la sua aveva un significato un po’ più importante della tua! Keep the faith!”) e i Wu Ming a rintuzzare “eh, infatti fu un gran bel colpo” (riferendosi alle pallottole che colpirono il monarca nell’attentato del 1901, ndr)

In mezzo parecchi tweet di semplici lettori che a loro volta s’intromettono nel battibecco tra i due. C’è chi sottolinea la difficoltà del principe nel dare del “tu” all’account comunitario del collettivo di scrittori, e chi invece come @LyricNervt sottolinea l’effetto contrario voluto dagli scrittori: “Fate sembrare sympa persino il Savoia. Basta con questo giochino di critica acritica di trovare l’ideologia dietro le cose”; o come @briguzia che ‘tweetta’: “stavolta non sono d’accordo con voi. La vostra strumentalizzazione della morte di #LouReed per me vale quella di Emanuele Filiberto”.

Il collettivo rilancia ancora tirando in ballo l’ex presidente della Lombardia e sottolineando il proprio rigore teorico: “Mentre Formigoni e Savoia facevano i rockettari, noi abbiamo linkato “Sex with your parents” e “Last great american whale“… E davvero, i testi di quelle due canzoni dicono tutto quel che c’è da dire al riguardo”, ma il lettore è lesto a rispondere: “Ho letto tutto. Dubito che #LouReed conoscesse e/o si ispirasse a #GaetanoBresci. Ecco la strumentalizzazione”.

Ma è di nuovo Emanuele Filiberto a rilanciare lo scontro in mattinata dopo dieci ore di pausa: “Come stanno questa mattina i depositari del Rock? Per fortuna che ci siete per metterci sulla retta via… Buona giornata”. Un nuovo attacco che scatena nuove risposte del collettivo bolognese. Tra le decine di tweet sul tema, quello più recente riguarda perfino il risarcimento richiesto dai Savoia allo stato italiano: “Sapevate che @efsavoia voleva dai contribuenti italiani €260.000.000 di “indennizzo” x “danni morali” subiti con l’esilio della famiglia?”. La polemica non è destinata a spegnersi in poco tempo, ma l’impressione è che per tutti ci sia bisogno di una storica “Walk on the wild side”.

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